Gli auguri scomodi degli scout con il presepe dei migranti

I ragazzi del Gruppo Cittadella 4 hanno allestito al patronato di Borgo Treviso una Natività facendo indossare il giubbotto salvagente alla Sacra famiglia



Gesù, Giuseppe e Maria con il giubbotto salvagente dei disperati che cercano una vita migliore attraversando il Mediterraneo. Hanno deciso di farlo, il presepe, gli scout dell’Agesci, gruppo Cittadella 4, ma i loro sono – per dirla con l’ispirato appello di don Tonino Bello – degli auguri decisamente “scomodi”.

L’allestimento

L’operazione è quella di chi cerca di attualizzare la notte di Betlemme rispondendo ad alcune domande essenziali: dove sarebbe nato oggi il bambino? Dov’è il freddo e il gelo, oggi, di chi secondo i cristiani scende dalle stelle? Nel presepe allestito al patronato in Borgo Treviso gli scout la vedono così: «Questo Natale Maria e Giuseppe sono costretti a spostarsi, non più per il censimento ma per fame e guerra; non sopra un mulo, bensì un barcone». Negli occhi le immagini dei viaggi della speranza, dei naufragi, Lampedusa e i rimpalli delle navi ai porti: «Questo Natale Gesù non riposa dentro la mangiatoia, ma in un giubbotto salvagente, troppo grande per lui; non è avvolto in fasce, ma indossa una maglietta rossa, rossa come quella del piccolo Aylan, il bambino siriano trovato morto supino su una spiaggia turca e di altri, tanti, troppi altri bambini che vengono vestiti di rosso dalle proprie madri per essere più visibili se dovessero cadere in mare».

La vicenda di Aylan nel 2015 commosse l’Europa. «Quest’anno la Natività viaggio su una zattera, in mezzo al mare, perché è lì che si troverebbe Gesù: fra gli ultimi, fra i poveri, fra i disperati. Confidiamo che questo Natale ci porti ad agire come veri cristiani, veri cittadini pronti all’accoglienza, al perdono, all’ascolto: siamo tutti migranti, come Aylan, come Gesù», scandiscono i giovani, con parole che fanno rumore a Cittadella, dove sia Massimo Bitonci che il sindaco Luca Pierobon sono stati attivi nella comunità che si ispira a Baden Powell. Ora tira il vento poco “buonista” di Matteo Salvini, ma il presepe del Cittadella 4 non teme di pronunciare parole come “accoglienza”, nel nome di un’umanità che si intreccia alla fede.

coerenza

Per loro è una forma di coerenza, far seguire i fatti alle parole, concretizzare il Vangelo nella vita, ricordando il vagare di Betlemme, “non c’è posto per voi, andate altrove”. Non si vogliono girare da un’altra parte, credono ci siano fin troppi focolai di “odio e rabbia”: «Quando abbiamo recitato la promessa scout non abbiamo ripetuto meccanicamente una formula vecchia cent’anni perché così va fatto. La promessa, confermata poi al momento della Partenza al termine del percorso da educandi, racchiude l’impegno cristiano e di servizio verso la comunità locale e universale. Coerentemente a queste scelte abbiamo realizzato questo presepe, una natività migrante, insieme ai ragazzi del consiglio capi del reparto Jam del nostro gruppo». —
 

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