Gli occhi di un bimbo raccontano la Guerra in parole e musica

VENEZIA. La guerra vista con gli occhi e con il cuore di un bambino, che non si chiede il perché, ma racconta senza fronzoli né retropensieri, quanto ha vissuto. Nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale il Teatro La Fenice presenta sabato alle 20, una serata inedita, intitolata “La grande guerra” (vista con gli occhi di un bambino), dove il compositore Claudio Ambrosini rielabora i materiali di un quadernetto scritto da un piccolo protagonista di quei tragici eventi. Lo spunto è la testimonianza di don Giuseppe Boschet, sacerdote nato nel 1914 che, qualche anno dopo, in quarta elementare, racconta alla sua maestra alcuni episodi emblematici di quei momenti, quando con la nonna vive tra bombardamenti, paura e fame.
Da questi scritti, pubblicati nel ’94, in occasione della mostra fotografica “1917-1918 – Il Feltrino invaso”, Ambrosini ricava un’opera piena di sentimento. In scena tre strumenti: al pianoforte Matteo Liva, la tromba di Alberto Perenzin e le percussioni affidate a un giovanissimo interprete, Giulio Somma.
Il soprano è Sonia Visentin, che diviene il canto delle madri, delle sorelle, delle fidanzate che vivono dolorosamente la guerra a casa, aspettando tra timori e speranze. Gli uomini costretti al fronte, sono rappresentati dal Coenobium Vocale, un coro maschile diretto da Maria Dal Bianco.
«Volevo che a una voce femminile solista si unisse un coro di uomini, quasi come un contrappunto, per esprimere il disastro della guerra», racconta Ambrosini, accompagnato in questa avventura da Sandro Cappelletto, autore della drammaturgia e voce narrante, «alle parole fortissime di questo bambino, che nelle pagine del quaderno rievoca meticolosamente la sua esperienza terribile, abbiamo voluto accostare altre voci che parlano di guerra e rendono ancora più assurdo il senso di ogni conflitto, quelle di Anna Achmatova e Nelson Mandela, due dei testimoni più autorevoli del dramma che ripetutamente ha investito il secolo scorso, dall’apartheid alla dittatura sovietica». Dopo la prima parte, in cui la parola si avvicenda alle note composte per l’occasione da Ambrosini, sarà la volta di una selezione di canti di guerra, dove si alterneranno voci speranzose di vittoria a struggenti canzoni contro la violenza e l’obbligo della partenza per un fronte sconosciuto e temuto. Le parole si intrecciano al canto in una mescolanza che grida un urlo contro ogni guerra. E a ricordare restano le parole di don Boschet, come un monito verso il futuro. «Quello che ci ha emozionato e preso di più», racconta Cappelletto, «è il modo in cui scrive questo bambino. I bambini non si chiedono perché, di chi è la colpa, loro raccontano quello che vedono, il suo è un reportage del più attento inviato al fronte, utilizza una lingua in cui si mescolano naturalmente italiano e dialetto, con una forza e uno sguardo acutissimo». Prosegue: «Come quando racconta di aver assistito allo squartamento di un maiale arrostito in piazza dagli austriaci per far festa, unico bene di un anziano del villaggio».
«Tra i momenti irresistibili», aggiunge il drammaturgo, «il ricordo di una notte in cui viene per qualche momento a trovarlo il padre. Il bimbo racconta le carezze, i baci, ma non vede il papà perché è buio e al mattino è andato via. Allo stupore e alle fattezze delle parole si aggiungono i versi della poetessa russa e i pensieri di Mandela, che non si sono mai conosciuti, ma hanno vissuto negli stessi anni in due regimi dittatoriali, incarcerati. Eppure nessuno dei due ha mai dimenticato che anche il nemico è un essere umano». Spiega Ambrosini: «Sono particolari l’accostamento dei colori, del tipo di interprete, il coro maschile che deve richiamare il mondo degli uomini, che fanno la guerra e la cantano. Al mondo maschile fa da controparte una donna, un soprano che rappresenta la parte che soffre a casa».
I biglietti (posto unico numerato, prezzi 20 euro intero 10 euro ridotto abbonati stagioni lirica e sinfonica del teatro La Fenice, minori di 26 anni e over 65 anni) sono in vendita nei punti vendita Hellovenezia, tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza, tramite biglietteria telefonica (041 2424) e biglietteria on-line www.teatrolafenice.it
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