Guerra ai musicisti romeni in centro: «Fanno solo fracasso»

Baristi infastiditi. Un avvocato ha pagato 50 euro perché se ne andassero. I suonatori: «Siamo rimasti senza lavoro e giriamo l’Europa. Repertorio vasto»
BARSOTTI - SUONATORI RUMENI IN PIAZZA DEI SIGNORI
BARSOTTI - SUONATORI RUMENI IN PIAZZA DEI SIGNORI

PADOVA. Nelle piazze è scoppiata la guerra contro i musicisti romeni. Baristi, ristoratori e negozianti si ritrovano uniti nel chiedere l’allontanamento dal centro di quei suonatori che arrivano dal nordest della Romania e che si esibiscono nelle piazze, iniziando fin dalla mattina quando accompagnano con le loro musiche balcaniche i giovani appena laureati che festeggiano nei locali delle piazze. Vengono accusati di molestare, con la loro presenza e con le loro suonate, i clienti che si siedono ai tavolini dei bar e dei ristoranti del centro storico, specialmente in quelli di piazza dei Signori.

«Ogni sera è sempre la stessa musica», sottolinea Antonio Ruggiero, titolare della pizzeria La Lanterna «I rumeni, in particolare quello con una vecchia tromba ed il suo compare con una fisarmonica di altri tempi, fanno troppo fracasso con le loro canzoni gridate, quasi sempre, in lingua originale. Suonano, quasi ininterrottamente, dalle 19.30 alle 22.30. I nostri clienti li mandano via perché, naturalmente, chiedono anche un obolo, ma tornano sistematicamente dopo pochi minuti. Io stesso ho telefonato più volte ai vigili, ma, quasi sempre, mi rispondono che sono in pochi e non possono mandare un agente. La situazione sta diventando insopportabile e peggiora sera dopo sera. Due sere fa un avvocato, pur di non vederli e sentirli più, ha regalato loro 50 euro».

Anche il commerciante Renato Rossato non ce la fa più a sentirli suonare continuamente. «Ma la legge è davvero uguale per tutti?», si domanda il negoziante «Perché, se si mettono a cantare due ragazzi italiani senza autorizzazione, arrivano subito i vigili e vengono allontanati e multati, mentre ai rumeni tutto è permesso? Basta con tutto questo buonismo verso gli stranieri che non rispettano le regole e fanno quello che vogliono».

Ma non tutti i commercianti la pensano allo stesso modo. In genere predomina il commento diplomatico. «Le medaglia ha una doppia faccia» osserva il banconista del Caffè San Clemente, gestito dall’ex carabiniere Mauro Marini «In alcuni momenti i rumeni sono accettati da quasi tutti i clienti, seduti ai tavolini. Questo avviene, in genere, quando suonano belle e dolci melodie internazionali, tra cui O Sole mio, La vie in rose, Amodo mio. In altri momenti sono insopportabili e tutti li vorrebbero mandare via. Capita quando suonano musiche tradizionali rumene ad alto volume, dove il rumore prevale sulla melodia. A favore dei musicisti arrivati dall’antica Dacia è il gestore della Bottega del Caffè. «Ma quale fracasso che assorda i timpani?», si chiede il barista del locale che fa angolo con via Dante «Ai miei clienti piace anche la loro musica che s’ispira ai ritmi magici e scoppiettanti di Goran Bregovic. Secondo me non danno fastidio a nessuno. Anzi portano allegria e gioia a tutto il centro, dove da anni, purtroppo, non suona più nessuno».

Pronta la replica dei musicisti. «La nostra musica è bella e piace a tutti», sostiene Viorel Lupu, il trombettista che ne ne va in giro sempre con un cappello di paglia in testa «Alcuni di noi sono rimasti senza lavoro dopo che è stata chiusa anche la grande fabbrica dove eravamo occupati in oltre mille. Si chiamava Aparate de Misura e di Control. A quel punto siamo diventati artisti di strada e stiamo girando l’Europa per guadagnarci un pezzo di pane. Siamo già stati anche a Parigi, Strasburgo, Madrid e Barcellona. Il nostro repertorio è vasto. Dalla canzone rumena Viata Mea alle melodie malinconiche del mio ex collega italiano, Nini Rosso: vi ricordate? Quello che suonava Evelyn, Il Silenzio e la Ballata della tromba. Non diamo certamente fastidio, ma facciamo compagnia e rallegriamo la sosta ai tavolini dei bar dei padovani e dei turisti».

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