«Ha un debito da saldare» ma è solo un’altra truffa

ESTE. «Signora, si è dimenticata di pagare l’abbonamento alla nostra rivista e ora ci deve 4.800 euro». È stato certamente un annucio shock quello ricevuto qualche tempo fa da una donna di Baone....
Arresti al comando dei Carabinieri di via Tripoli - Foto Carlo Sestini
Arresti al comando dei Carabinieri di via Tripoli - Foto Carlo Sestini

ESTE. «Signora, si è dimenticata di pagare l’abbonamento alla nostra rivista e ora ci deve 4.800 euro». È stato certamente un annucio shock quello ricevuto qualche tempo fa da una donna di Baone. Una richiesta di soldi, peraltro, arrivata direttamente dall’Arma dei carabinieri, o comunque da una realtà legata a queste forze dell’ordine. Solo l’intervento dei carabinieri di Este ha smascherato la truffa, liberando così una sessantunenne di Baone da una spiacevolissima, seppur fantomatica, pendenza economica. Lo scorso 11 marzo, e poi a seguire il 14, la donna di Baone era stata contattata telefonicamente da un sedicente incaricato del Tribunale di Roma, che pretendeva la somma di 4.800 euro per un debito derivato dal mancato pagamento di un abbonamento a una rivista dei carabinieri. Di fronte all’incredulità della donna, che non era nemmeno abbonata alla rivista dedicata all’Arma, l’incaricato si è subito premurato di trovare una soluzione. Ed ecco la seconda chiamata, compiuta questa volta da un rappresentante di un’imprecisata agenzia di recupero crediti che proponeva di saldare il debito per via concordata: non più 4.800 euro ma 2.300, da versare attraverso un particolare codice iban. La sessantunenne ha però voluto andare a fondo della questione e si è rivolta alla stazione locale dei carabinieri comandata da Severino Permunian. Ai militari è bastato controllare l’iban per arrivare ad una carta Postepay attivata in provincia di Lecco. I carabinieri hanno quindi denunciato a piede libero, per tentata truffa in concorso, P.P. di 51 anni e M.S. di 54, entrambi residenti in Lombardia e pluripregiudicati. Il primo era il titolare della Postepay, mentre il secondo è stato individuato attraverso l’analisi delle telefonate fatte alla donna.

Nicola Cesaro

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