Hotel Monaco, cassa integrazione per 21

Le beghe fra gli eredi di Giorgio Albertin impediscono al riapertura dell’albergo: appello del personale al sindaco
Di Irene Zaino
Hotel Monaco Montegrotto 4.11.00 Natoli foto PIRAN
Hotel Monaco Montegrotto 4.11.00 Natoli foto PIRAN

MONTEGROTTO TERME. Cresce la preoccupazione tra i 21 lavoratori dell’hotel Monaco che, dallo scorso giugno, continua a restare chiuso. Terminata la copertura delle ferie, infatti, è partita la richiesta della proprietà di far ricorso alla cassa integrazione in deroga. Domani alle 17.30 è fissato l’incontro con il sindacato per capire quale sia la situazione e trovare l’accordo sugli ammortizzatori sociali. Intanto, però, il personale ieri si è presentato negli uffici del sindaco Massimo Bordin per chiedergli di presenziare alla vertenza.

La situazione di crisi dovuta ai costi di gestione e alle tasse sempre più elevate, è resa più difficile anche dalle beghe ereditarie scoppiate tra familiari. La proprietà dell’albergo, infatti, fa capo ai quattro figli di Giorgio Albertin, storico titolare mancato nel 2011. «Effettivamente dalla morte del proprietario la gestione ha iniziato a zoppicare e si è aggravata per i dissapori legati al cambio generazionale» ha spiegato Bordin «Per questo ho già contattato i figli e ho fatto loro presente che, con i tempi che corrono, non si può pensare di tenere bloccata un’attività perché non si trova l’accordo tra fratelli. La strada che ho indicato è quella di dare temporaneamente in gestione a terzi l’hotel e, intanto, di chiudere le vertenze familiari. È assurdo che un albergo posizionato in un’area tra l’altro strategica e che ha sempre lavorato, si trovi a vivere una situazione simile». Anche perché un precedente, secondo il sindaco, c’è. L’hotel Mondial, di proprietà di un altro ramo degli Albertin, era a un passo dal crac. Il cambio gestionale, invece, ha permesso di evitare il fallimento e riavviare l’attività. «Ci sono 140 turisti dentro a conferma che se gli alberghi sono aperti, le prenotazioni arrivano. Proprio per questo» ha concluso Bordin «chiederemo all’onorevole Filippo Ascierto di far leva a Roma affinché vangano erogati gli ammortizzatori sociali al personale». Ma più che al Ministero, spetta ora alla Regione concedere o meno la cassa in deroga. Di prassi, sulla decisione peserà l’accordo tra sindacato e proprietà.

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