I difetti che ossessionano, uno studio pilota del Bo

PADOVA. Guardarsi allo specchio e notare con preoccupazione un naso degno di Cyrano De Bergerac, un bitorzolo che neanche la Maga Magò o dei capelli a dir poco spiritati, può nascondere qualcosa di più che una banale imperfezione. Di difettini, chi più e chi meno, ne hanno anche più belli: qualcuno li accetta e qualcuno no, ma quando dal fastidio si passa all'ossessione, potrebbe esserci un vero e proprio disturbo psicologico, che prende il nome di "dismorfismo corporeo": una vera e propria malattia, che oltre a causare ansia e preoccupazione rischia di portare a inutili interventi estetici, che in ogni caso non risolvono il problema.
«Nelle persone che presentano questo disturbo» spiega Silvia Cerea, dottoranda in Psicologia e pioniera in Italia in questo settore di ricerca «si riscontrano comportamenti ripetitivi o azioni mentali come, ad esempio, guardarsi continuamente allo specchio, ricercare continue rassicurazioni dalle altre persone sul proprio aspetto e confrontarlo quello di altri. Spesso, inoltre, queste persone tendono a fare ricorso a varie strategie per modificare o mascherare quello che non piace del proprio corpo: curandosi molto, truccandosi eccessivamente, ricorrendo all'abbronzatura». Da un punto di vista scientifico, il dismorfismo è già stato oggetto di studi specifici in altri paesi, ed in particolare negli Stati Uniti, mentre in Italia è ancora in gran parte sconosciuto.
I primi studi sul campo arrivano proprio dall'Università di Padova: la ricerca è attualmente in corso presso il Dipartimento di Psicologia Generale, dove se ne stanno occupando Marta Ghisi (ricercatrice) e Silvia Cerea (dottoranda). Quanto emerso finora sembra dimostrare che la preoccupazione per la propria immagine esteriore può interferire con molti aspetti della vita sociale e lavorativa, causando vergogna e ansia. «La preoccupazione eccessiva per l'aspetto fisico» sottolinea Silvia Cerea «può portare a ricorrere a numerosi interventi di chirurgia plastica o di medicina estetica, o a chiedere consulti a numerosi esperti del campo della salute, dermatologi e dentisti. Il problema, però, non riguarda l'esteriorità, e purtroppo anche dopo le ripetute operazioni chirurgiche, affrontante nella speranza di rimuovere quel difetto che causava tanta preoccupazione, l'ansa si sposta semplicemente su di un altro tratto somatico, come dal naso alle orecchie, o dagli occhi ai capelli». Gli scopi dello studio in atto al Bo sono quelli di rilevare caratteristiche utili ad aumentare la comprensione di questo disturbo e a sviluppare futuri interventi.
Per chi sospetta di avere questo disturbo e desidera aiutare la ricerca, è possibile avere un consulto gratuito e anonimo, contattando lo 049/8276918 oppure scrivendo a marta.ghisi@unipd.it o a silvia.cerea@studenti.unipd.it
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