I fanghi come cura della psoriasi

Studio dei ricercatori di Remautologia: riducono l’infiammazione articolare

La ricerca scientifica targata Università di Padova tende la mano al claudicante settore del turismo termale. Uno studio firmato da Franco Cozzi, reumatologo del Bo, ha dimostrato che la chiave per sconfiggere psoriasi e artrite psoriasica è nascosta dietro casa. Stop a lunghi viaggi in Israele per farsi avvolgere dai fanghi del mar Morto. La panacea? Bagni termali ad Abano e Montegrotto. Il professor Cozzi ha presentato nel recente a Granada i risultati dell’ultima sua ricerca effettuata alle Terme Euganee su di un gruppo di pazienti affetti da artrite psoriasica e trattati con un ciclo di fanghi e bagni termali. Questi studi vengono realizzati da una decina d'anni da ricercatori della cattedra di Reumatologia, presieduta da Leonardo Punzi. «La psoriasi», spiega Cozzi, «è la malattia della pelle più frequente nella popolazione e in molti casi l’estensione delle lesioni cutanee risulta molto invalidante sotto il profilo estetico e funzionale. Circa un terzo dei pazienti colpiti da psoriasi cutanea va anche incontro ad un’infiammazione cronica delle articolazioni, con dolore persistente e gonfiore nelle sedi colpite. Molti di questi pazienti si ammalano già in età giovanile o adulta, con notevoli ripercussioni negative sulla loro attività lavorativa e sulla loro qualità di vita».

Lo studio effettuato a Montegrotto appare del tutto innovativo, in quanto in precedenza l’efficacia della fangoterapia nell’artrite psoriasica era stata dimostrata solo alle Terme del Mar Morto in Israele. Inoltre la ricerca ha utilizzato un particolare metodo diagnostico messo a punto nell’ultimo anno, l’ecografia articolare con mezzo di contrasto, le cui immagini sono state analizzate da un software computerizzato creato da ricercatori del dipartimento di Ingegneria informatica, che ha consentito di verificare in maniera inoppugnabile la riduzione dell’infiammazione articolare dopo il ciclo di cura termale. «La fangoterapia», chiude Cozzi, « si dimostra efficace in una malattia che colpisce fasce di età più giovani rispetto a quelle che di solito frequentano le terme, ampliando quindi i potenziali fruitori dell’offerta curativa».

Fabiana Pesci

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