I padovani leggono poco anche la Ubik si è arresa

Dopo soli nove mesi di attività ha chiuso la libreria in riviera Ponti Romani Tolin (Pel di Carota): «Lo Stato dovrebbe aiutare il settore con fondi specifici»
BASCHIERI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-NEGOZIO ANGOLO RIVIERA PONTI ROMANI,VIA ANGHINONI
BASCHIERI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-NEGOZIO ANGOLO RIVIERA PONTI ROMANI,VIA ANGHINONI
È rimasta aperta solo nove mesi. La libreria Ubik, Gruppo Emme Libri-Messaggerie in franchising, in riviera Ponti Romani 44, angolo via Anghinoni, gestita dai trentenni Silvia Cusin e Tiano Poletto, ha già abbassato le serrande per sempre. Al suo posto, come possono notare già tutti quelli che in questi giorni passano per le riviere, aprirà JoHair, un negozio specializzato in prodotti per barbieri e per parrucchiere già presente in città con una prima attività commerciale in piazzale Pontecorvo.


La libreria Ubik era stata aperta ufficialmente con la presentazione dell’ultimo libro di Massimo Carlotto, intervistato dalla veneziana Valentina Berengo. La chiusura della libreria del Gruppo Messaggerie è un’ulteriore testimonianza concreta della crisi in cui versano, ormai da anni, a Padova come in tutta la penisola, le librerie, comprese quelle scolastiche. A questo punto le librerie principali in centro restano solo tre: Feltrinelli, davanti alla Prefettura, Mondadori, in piazza Insurrezione e Book-Shop Ibs+Libraccio, in via Altinate, a fianco del Centro San Gaetano. Restano aperte anche la storica Libreria Per Ragazzi, in via Daniele Manin, e Pel di Carota, in via Boccalerie, vicino a piazza dei Frutti.


La morìa di librerie in città è iniziata nel 2011, quando tra la sorpresa generale di tutti gli addetti ai lavori e specialmente degli intellettuali di tutto il Veneto, abbassò le serrande, tra via Cavour e via Santa Lucia, la libreria Draghi, fondata nel 1920, da Giovanni Battista Randi e successivamente gestita da Pietro (il libraio con la passione del violino) e dai figli Elena e Lorenzo. Al posto della Draghi è stata aperta la profumeria francese Sephora.


Successivamente hanno abbassato le serrande la libreria che si trovava a fianco dell’hotel Corso, ma anche la Zannoni, considerata da tutti una delle più popolari e frequentate librerie della città, gestita da una società trevigiana. Via i libri e nuova apertura per saponette e profumi del negozio Sirene Blu, azienda con sede centrale a San Martino di Lupari.


«Quello delle librerie è un triste destino», osserva Davide Tolin, co-gestore di Pel di Carota, «in Italia si legge pochissimo. Una media di un libro all’anno per ogni italiano e i padovani non fanno eccezione. La colpa non è solo dell’avvento di Internet, ma anche dello Stato, che non ha mai aiutato, con fondi specifici, il mantenimento e lo sviluppo delle librerie. Altrove non è così: la Francia, ad esempio, aiuta concretamente il nostro settore».


Felice Paduano


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