I soldi guadagnati con lo spaccio di droga riciclati in un bazar di via Trieste

PADOVA. Affidava i soldi guadagnati con lo spaccio di droga al gestore di un bazar etnico. Li dava a lui per ripulire il denaro sporco nel mercato delle auto d’importazione. È la scoperta fatta dagli investigatori della Squadra mobile ed è un imput forte che sta dando il via ad un nuovo troncone d’indagine che promette di fornire nuove importanti risposte sul modo in cui vengono investiti i soldi guadagnati con la droga.
Siamo in via Trieste, zona in passato tempestata di studi legali. Ora gli uffici di questo genere sono rimasti ben pochi perché lo spazio è stato progressivamente “conquistato” dalla comunità nordafricana. Tra tutti i negozi etnici c’è il bazar Sahara, al civico 20. È gestito da un giovane marocchino che, evidentemente, riscuote molta fiducia all’interno della comunità. Hamza Daducsi, per esempio, gli affidava grosse somme di denaro guadagnate con la droga. Gli uomini di Calì hanno scoperto che i soldi venivano investiti nell’acquisto di automobili in Germania: Passat, Golf e Bmw. Le vetture, acquistate ad un prezzo di mercato molto vantaggioso, venivano poi rivendute nei mercati esteri. I poliziotti, al momento, hanno la certezza di vendite effettuate in Tunisia e in Marocco ma non è escluso che il business fosse esteso anche ad altri Stati. E questo per quel che riguarda il giro d’affari. C’è poi da verificare la diffusione del fenomeno a Padova e su questo stanno lavorando ora gli investigatori della Questura di Padova.
Quelli ricavati con il mercato della droga sono soldi “sporchi” che le organizzazioni grandi e piccole ma anche i singoli spacciatori hanno necessità di ripulire. Non è escluso che tante realtà commerciali come il bazar di via Trieste, altro non siano che piccole agenzie per il riciclaggio del denaro.
Attualmente gli indagati per questo tipo di reato sono sei ma sembra che l’indagine possa avere importanti sviluppi nei prossimi mesi. L’obiettivo degli investigatori è dimostrare il “sistema” per poi procedere al sequestro dei soldi.
Un’attività di questo tipo, se confermata, dimostrerebbe quanto si è evoluto il mercato della droga in città. La comunità nordafricana si è impossessata non solo di “fette di mercato” (hashish e cocaina) e di zone della città (stazione e parte dell’Arcella) ma anche di nuovi strumenti per far fruttare il denaro guadagnato in questo mercato di morte.
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