I soldi sporchi del “Dandi” riciclati a Padova

Finisce ai domiciliari Luciano Patitucci, residente a Ponte San Nicolò, esperto nelle triangolazioni di denaro con l’estero
Luciano Patitucci
Luciano Patitucci



I soldi del Libanese, del Dandi e del Freddo, “ripuliti” in Veneto, a Ponte San Nicolò, dall’imprenditore-faccendiere esperto in riciclaggio all’estero. Arriva fino alla periferia di Padova l’inchiesta della Dda di Roma (38 arresti) sull’impero di Salvatore Nicitra, il re dei videopoker, il re di Roma nord, sicuramente uno che con la banda della Magliana (quella di Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Franco Giuseppucci) ha fatto affari d’oro. Ecco, nell’immediata periferia cittadina c’era un suo fedelissimo: Luciano Patitucci, 52 anni, residenza a Ponte San Nicolò e domicilio a Roma. Da ieri è agli arresti domiciliari. “Colluso con ambienti della criminalità, dedito al riciclaggio, segnalato all’autorità giudiziaria per operazioni inesistenti e reati tributati”, così lo descrivono gli investigatori dei carabinieri di Roma nell’ordinanza. Vanta proprietà o partecipazioni in numerose aziende, tra cui la Veneto Distribuzione alimentare, la Pan Fashion e la Fipla srl con sede a Padova oltre che la P.L. Trading di Ponte San Nicolò. Patitucci è anche patron della Civitanovese calcio, una squadra marchigiana, ruolo che aveva scelto solo per fare altre triangolazioni di denaro.

denaro da ripulire

Il suo compito è quello di prendere questo mare di denaro proveniente dal gioco d’azzardo e ripulirlo. Per fare tutto questo chiede il 16%. I carabinieri mappano una transazione da 190 mila euro, attraverso una banca della provincia di Padova. Il flusso di denaro ricostruito complessivamente dagli investigatori ammonta a circa 600 mila euro.

Ci sono anche dei rapporti di tensione tra Patitucci e il boss Nicitra. «Che...c’è bisogno che vengo con l’avvocato?» gli dice al telefono, lasciando intendere che l’avvocato, in realtà , è un picchiatore pronto a dargli una lezione. Per un periodo Patitucci fugge in Irlanda, salvo poi tornare a gestire ancora il denaro sporco che arrivava da Roma. Salvatore Nicitra è il personaggio chiave della mala romana tra passato e presente. Tra Banda della Magliana e i nuovi gruppi criminali da cui è rispettato e temuto: siciliano, classe 1957, “il re di Roma Nord”, il signore indiscusso delle slot machine, era a capo di un’organizzazione che con modalità mafiose gestiva su Roma il settore delle apparecchiature per il gioco d’azzardo.

risolti 5 casi

La lunga attività di indagine, durata oltre due anni, ha portato anche a risolvere 5 cold case, quattro omicidi e uno tentato, che risalgono alla fine degli anni ’80 e in cui lui ebbe un ruolo di promotore ed esecutore. «Io sono un boss, metto macchinette e slot machine dove voglio. Su tutta Roma», ammette candidamente in una intercettazione. Il suo lungo percorso, secondo quanto ricostruito in passato dai carabinieri, nella mala capitolina risale ad oltre 30 anni fa, agli anni ’80, durante i quali si ritaglia un ruolo di primo piano». —



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