Il chiosco Tadi le oscura la visuale sul naviglio Ricorso straordinario al presidente Mattarella

IL CASO
Non vede più il naviglio interno dal suo balcone e ricorre addirittura al presidente della Repubblica. A causa del nuovo bagno e dei plateatici installati da più di un anno dal proprietario del chiosco Tadi in Riviera Mussato, la dirimpettaia del casotto non ha più la stessa visuale. Per questo motivo ha presentato un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, impugnando gli atti con cui l’amministrazione comunale aveva concesso i permessi di costruzione.
Questa la vicenda capitata a Beppe Guastella, proprietario del frequentatissimo chiosco sul ponte Tadi, ma che coinvolge innanzitutto il Comune. Stando al ricorso presentato dalla donna i problemi sollevati sono due: la visuale e il permesso della Soprintendenza.
Guastella lo scorso anno ha realizzato un manufatto in linea con il patrimonio artistico culturale, dove ha collocato un bagno (obbligatorio per poter somministrare vini e alcolici), ed ha allargato il suo plateatico per mettere più tavolini e sgabelli. Questo oggi impedisce alla signora di godere della vista che aveva quando ha acquistato la casa. In più, secondo i legali della donna, la trasformazione urbanistica ed edilizia di spazio pubblico per la riqualificazione ambientale sarebbe illegittima perché mancherebbe il parere della Soprintendenza. Parere che, eventualmente, avrebbe dovuto chiedere però il proprietario dell’area e non il Comune, né tantomeno il gestore del chiosco. Visto che stiamo parlando dell’argine, il proprietario è il Genio Civile, organo statale periferico, che già di suo ha un compito di controllo, monitoraggio e sovrintendenza sulle opere pubbliche a livello locale. Questo però non ha fermato la donna, che non potendo ricorrere al Tar, si è rivolta direttamente al presidente Sergio Mattarella. Durante l’ultima giunta comunale, l’avvocatura civica di Palazzo Moroni ha ottenuto il via libera per autorizzare il sindaco Sergio Giordani a costituirsi in giudizio, inviando al Ministero competente tutti i documenti e le deduzioni a difesa relativi al ricorso. —
Luca Preziusi
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