Il Circo Patuf monta il tendone A Casere è allarme contagio

L’iniziativa promossa dalla Casa Comunitaria per i dieci anni d’attività preoccupa i residenti  Faccin: «Rispettate le norme»

CAMPOSAMPIERO

Ha destato curiosità, ma anche qualche preoccupazione, il tendone del circo montato in questi giorni a Casere.

L’iniziativa è dei responsabili della Casa Comunitaria di via Visentin che hanno invitato il Circo Patuf per festeggiare il decennale dall’avvio dell’esperienza voluta e gestita da Bepi Faccin con la moglie Serena Menegon.

Il circo che unisce teatro e attività circensi resterà nella contrada fino al 18 ottobre, proponendo ogni sera lo spettacolo “Volta Pagina”. In tempi di Covid e con i contagi in rapida crescita, l’arrivo del circo e le iniziative per festeggiare la Casa hanno destato qualche preoccupazione tra i residenti per eventuali occasioni di diffusione del virus.

Dopo gli annullamenti di tutte le principali manifestazioni di quest’anno a Camposampiero, la manifestazione di Casere, che ha compreso mercoledì sera il concerto di Erica Boschiero e Sergio Marchesini e martedì l’incontro con le associazioni “Libera” e “Mediterranea Saving Humana” arriva in un momento di ripresa delle attività e delle scuole, ma anche della diffusione del virus.

«E se si sviluppasse un focolaio?» il timore espresso dai residenti. A rassicurare tutti sono i coniugi Faccin: «L’accesso al tendone è consentito solo su prenotazione (al numero 348.5474436) ed i posti sono ridotti ad una sessantina rispetto ai 200 che il teatro tenda potrebbe ospitare. Ovviamente, tutto viene svolto nel rispetto delle norme anti-Covid con misurazione della temperatura e mascherina obbligatoria» spiega Serena Menegon. «Il Circo Patuf è stato anche nei comuni limitrofi dove si sono svolte e si svolgeranno le sagre d’autunno» aggiunge Bepi Faccin che invita i concittadini, oltre a partecipare alla festa che avrà il suo clou domenica, a ricordare l’attività della Casa Comunitaria: «Non ci aspettavamo di arrivare a questo traguardo del decennale. La Casa ha ospitato, in questi anni, una ventina di ragazzi che oggi sono indipendenti, hanno un lavoro, si pagano l’affitto dove vivono e si sono ricostruiti una vita». E per questo, a Casere si festeggia. —

Francesco Zuanon

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