"Il corpo di Isabella in un cassonetto in zona industriale"

L'ha detto Freddy a un compagno di cella, ma gli inquirenti non gli credono. Messaggi in codice di Sorgato a sua sorella Debora: "L'ho uccisa io, ti ricordi?"
GENESIN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INTERROGATORIO DELLA CACCO. FREDDY SORGATO
GENESIN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INTERROGATORIO DELLA CACCO. FREDDY SORGATO

PADOVAQ. Una ventina di lettere scritte da Freddy a Debora e viceversa. Lettere per siglare il “patto” fra fratelli: «Debora sono stato io a uccidere Isabella... per giunta tu quella sera non c’eri perché eri al lavoro. Ti ricordi?». Ben 40 missive, già agli atti dell’inchiesta sull’omicidio di Isabella Noventa che marcia spedita verso la chiusura prevista entro metà dicembre.

Manuela Cacco venderà la tabaccheria

Un omicidio senza cadavere e la certezza è quasi matematica, nonostante l’ultima indiscrezione che emerge dall’indagine. Freddy ha rivelato a un compagno di cella nella casa circondariale Due Palazzi di Padova: «Ho gettato il corpo di Isabella in un cassonetto dell’immondizia nella zona industriale di Padova». È poco prima dell’estate: l’uomo che raccoglie quelle parole – un veneto già scarcerato – chiede di essere sentito in questura. E racconta tutto. È la verità che mancava? O l’ennesima bugia per seppellire ogni personale responsabilità nel giallo sull’omicidio della segretaria di Albignasego? Intanto si complica la posizione di Manuela Cacco: secondo gli investigatori la tabaccaia veneziana di Camponogara ha raccontato solo una parziale verità.

Il cassonetto. Il cadavere di Isabella in un cassonetto? E allora era una fandonia la storia del corpo gettato nel fiume Brenta dentro un sacco? Nei 37 giorni di ricerche nel Brenta, vicino alle chiuse, è morto anche un sommozzatore esperto, Rosario Sanarico. Nessuna pietà da parte di Freddy: «Se quel sommozzatore avesse mangiato un po’ meno, non sarebbe rimasto incastrato nella chiusa» avrebbe riferito al compagno di cella. Le speranze di ritrovare i resti della vittima sono pressoché nulle. Ma l’ultima versione non convince: i rifiuti vengono trasferiti nel termovalorizzatore che raggiunge ben 850° nella camera di combustione. Tuttavia se un corpo non è triturato, il termovalorizzatore lo “restituisce”: bruciato ma integro. In più i cassonetti in zona industriale vengono svuotati all’alba di ogni lunedì, mercoledì e venerdì, poi sono ritirati dalle aziende e riportati nelle proprietà.

Patto fra fratelli. L’ultima lettera tra i fratelli risale a un mese fa; la prima a pochi giorni dopo il fermo. Sono una quarantina quelle sequestrate dagli inquirenti: sfoghi personali e riflessioni sul futuro. E non solo. «Debora sono stato io a uccidere Isabella... Ti ricordi?» è una frase scritta da Freddy a Debora, detenuta a Verona. Sembra un messaggio in codice. Un invito a suggellare la confessione resa dal fratello durante l’interrogatorio del 18 febbraio, a due giorni dal fermo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, quando aveva dichiarato al giudice «ho soffocato Isabella durante un gioco erotico, una pratica che facevamo come coppia nei rapporti sessuali».

Anche Cacco mente. La 53enne amante di Freddy sapeva in anticipo che, la notte tra il 15 e il 16 gennaio, Isabella sarebbe stata assassinata. Sapeva di non presentarsi nella villetta di Freddy, a Noventa Padovana in via Sabbioni, prima dell’orario stabilito. E ancora sapeva, una volta arrivata nella casa, di dover indossare il piumino bianco della vittima per la famosa sfilata-messinscena lungo le strade del centro storico di Padova allo scopo di depistare le indagini. «È stata Debora a dirmi di averla uccisa con due colpi di mazzetta... Poi di averle infilato un sacchetto in testa... Lei e Freddy l'hanno gettata nell'acqua» ha ribadito Manuela nell’incidente probatorio destinato a cristallizzare la sua testimonianza in vista dell’eventuale processo. Eppure Manuela non ha detto tutta la verità secondo le risultanze dell’inchiesta che il pm Giorgio Falcone si prepara a chiudere. Lei era a conoscenza del piano benché non abbia materialmente partecipato al delitto: a inchiodarla, tabulati telefonici e celle agganciate dal suo cellulare. La maledetta notte dell’omicidio Manuela – che resta a dormire a casa di Freddy dopo la “sparizione della rivale – giunge davanti alla villetta e compie una serie di giri in macchina immortalata dalle telecamere, aspettando il ritorno dei due fratelli che, forse, erano andati a sbarazzarsi del corpo. Con loro rientra nell’abitazione intorno a mezzanotte e 40, prima di partire per la sfilata-farsa. Manuela odiava Isabella: «Debora non la sopportava... considerava me la vera fidanzata di Freddy» ha ammesso. Il 10 agosto l’ultima lettera d’amore al “suo” uomo: «Ciao amore mio... meravigliosa creatura, ottava meraviglia... mi manchi da morire».

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