Il Cortile del Bo torna agli antichi splendori

Stasera ci sarà l’inaugurazione del restauro degli stemmi araldici con il concerto dei Solisti Veneti
27 febbraio 2006 Bo, cortile antico (SALMASO) 27 febbraio 2006 Bo, cattedra Galileo - cortile antico - esterni Bo (SALMASO)
27 febbraio 2006 Bo, cortile antico (SALMASO) 27 febbraio 2006 Bo, cattedra Galileo - cortile antico - esterni Bo (SALMASO)

Oggi sarà presentato alla città il Cortile Antico del Bo, fiammeggiante dei colori degli stemmi araldici dopo i lavori di restauro che si sono protratti a lungo. Nel libro di Lucia Rossetti e Elisabetta Della Francesca «Stemmi di scolari dello studio di Padova» ne sono stati censiti 762. Sono tasselli colorati del gigantesco affresco della storia dell’Università, si affollano sulle pareti del cortile antico, appartengono a tre nationes studentesche: la natio germanica, la natio polona e la natio ultramarina. La prima distinzione è quella tra scolari oltramontani o stranieri e scolari citramontani o italiani. La distinzione è databile al 1260 che segnò il rinascimento dello studio patavino, dopo la triste parentesi ezzeliniana. La natio riuniva in un corpo a sè stante gli scolari che provenivano da uno stesso luogo d’origine. Questi studenti parlavano la stessa lingua, avevano gli stessi costumi e la tendenza a consociarsi per assistenza reciproca ed istinto naturale era forte e spontanea.

Ma c’erano anche altri due blocchi: l’Universitas Juristarum (dei giuristi) e l’Universitas Artistarum che era più giovane. Nella prima metà del Cinquecento la medicina, le scienze, la filosofia avevano raggiunto uno straordinario sviluppo e una capacità di innovazione che aveva fatto dello studio padovano la culla del pensiero scientifico europeo.

Questa sera, alle 18,30, in cortile antico dopo il saluto del rettore Zaccaria, Elisabetta Saccomani illustrerà fregi e affreschi. Poi il concerto dei Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone. (al.co.)

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