Il Craup diventa Casa Soggiorno

Nuova convalida regionale per 120 posti della Casa di riposo per anziani di Piove di Sacco
Di Alessandro Cesarato
MALAGOLI-FOTO PIRAN-PIOVE DI SACCO VISITA VESCOVO CIPOLLA CASA DI RIPOSO
MALAGOLI-FOTO PIRAN-PIOVE DI SACCO VISITA VESCOVO CIPOLLA CASA DI RIPOSO

PIOVE DI SACCO. Con delibera della Giunta regionale il Craup “Umberto I” di via San Rocco ha raggiunto la convalida istituzionale di “Casa Soggiorno” per complessivi 120 posti. «Questo è un risultato che» sottolinea il presidente Antonietta Ranzato «evidenzia l'impegno e la qualità dei servizi erogati a favore dei nostri ospiti da parte di tutti i soggetti operanti ai vari livelli: da quello direttivo, dai dipendenti degli uffici amministrativi e da tutto il personale impegnato a vario titolo nei nuclei delle nostre strutture».

Il Craup è un'Ipab (Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza) sorta nel 1900, che attualmente gestisce tre centri di servizio prevalentemente per anziani non autosufficienti, con oltre 300 posti letto residenziali e 2 centri diurni, A Piove di Sacco e a Stra. «Si colloca» aggiunge la Ranzato «nella rete dei servizi sociali e nel territorio per rispondere alle esigenze di quelle persone anziane che non possono essere adeguatamente assistite a domicilio e che necessitano di interventi assistenziali, sociali e sanitari che tendano a conservare il più possibile le abilità residue. I servizi offerti rispondono alle esigenze delle singole persone anziane, ma anche delle famiglie e, più in generale, dell'intera comunità della Saccisica».

Attualmente le strutture dell'ente registrano la piena occupazione dei posti letto. Non mancano però le criticità e nuove sfide. «È diventato sempre più difficile» evidenzia il direttore Emanuela Perin «riuscire a difendere gli standard di qualità attesi nell'assistenza ai nostri anziani, che entrano nelle strutture in condizioni di salute sempre più gravi, con aspettative loro e delle famiglie di ottenere, giustamente, un servizio ad elevata personalizzazione, che vada al di là del rispetto formale delle regole e degli standard e che garantisca un'assistenza professionale, una vita dignitosa, il miglior benessere possibile e una relazione di cura umana e rispettosa».

Uno dei problemi più significativi riguarda i rimborsi giornalieri delle spese sanitarie, che sono fermi dal 2010: le spese di riabilitazione convenzionate sono per buona parte a carico degli enti e, quindi, degli utenti, in quanto i rimborsi regionali non coprono assolutamente i costi effettivamente sostenuti, oltre agli acquisti di presidi sanitari e ausili da tempo non più garantiti dal sistema sanitario. Inoltre, rispetto all'aumento dei posti autorizzati per anziani autosufficienti avvenuto negli ultimi anni nei territori di riferimento, non è corrisposto un adeguamento, da parte della Regione, del numero di impegnative di residenzialità, con conseguenti minori introiti degli enti che, ancora una volta, devono purtroppo poi essere sostenuti da parte degli utenti. «È quindi una sfida continua» conclude la Perin «cercare di fare quadrare il bilancio e contemporaneamente difendere la qualità del servizio sinora raggiunta. Di qui lo sforzo costante di efficienza per contenere negli anni gli aumenti delle rette che, se cresciute solamente lo 0,6% nell'ultimo quinquennio, nel biennio 2015-2016 sono rimaste addirittura invariate».

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