Il Cuoa verso la Luiss no dell’Università «Pronti a intervenire»

L’ingresso della Luiss al Cuoa, attraverso la cessione all’università privata di Confindustria di master e corsi di alta formazione? «Un progetto unilaterale, sul quale non sono stati sentiti prima i...
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE PRORETTORI, FABRIZIO DUGHERIO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE PRORETTORI, FABRIZIO DUGHERIO

L’ingresso della Luiss al Cuoa, attraverso la cessione all’università privata di Confindustria di master e corsi di alta formazione? «Un progetto unilaterale, sul quale non sono stati sentiti prima i soci». A dirlo è Fabrizio Dughiero, prorettore al Trasferimento tecnologico e ai rapporti con le imprese del Bo. La possibilità che la business school vicentina finisca, di fatto, nelle mani di un concorrente ha fatto scattare la sollevazione delle università venete fra cui, appunto, il Bo che è tra le università sostenitrici e che può esprimere il 2,1% dei voti in consiglio generale. «Le università venete, e in primis il Bo, hanno la capacità, le competenze e la voglia di rivitalizzare il Cuoa. Non c’è bisogno di andare a cercare altrove».

Dietro al terremoto che riporta sotto i riflettori il ruolo di Univeneto (un progetto di rilancio con un maggior coinvolgimento degli atenei veneti era già stato discusso qualche anno fa ma, in dirittura d’arrivo, naufragò sullo scoglio Ca’ Foscari con l’allora rettore Carlo Carraro) c’è l’onda lunga del cambio al vertice di Confindustria nazionale e la divisione che su questo si è consumata in Veneto. A spingere per la soluzione Luiss, infatti, è l’ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto che avendo sostenuto la candidatura di Vincenzo Boccia (diventato presidente) diversamente da quanto fatto, ad esempio, da Confindustria Padova, ora vuole passare all’“incasso”. Portando la Luiss dentro al Cuoa e puntando a diventare presidente dell’università romana. «Siamo pronti» conclude Dughiero «a un maggior coinvolgimento». Economico? «Difficile, ma valutiamo la possibilità di aumentare il peso del Bo nell’azionariato». (m.mar.)

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