Il Drake segreto, storia del mago di Maranello

PADOVA. C’era una volta Enzo Ferrari.
Di lui si è detto e scritto molto, sia quando era in vita che dopo la sua morte, avvenuta nel 1988. E stavolta tocca ad Italo Cucci, giornalista classe 1939, penna storica del mondo dello sport e dell’automobilismo in particolare, a tracciare l’ennesimo ritratto di un uomo che ha fatto la storia del nostro Paese.
Nel volume “Ferrari segreto. Il mito americano” (di Italo Cucci. Minerva, 15 euro) scorgiamo il ‘Drake’, il mago di Maranello, e pure Saturno: tutti soprannomi che l’uomo che ha creato il Cavallino si è portato dietro, preferendo tuttavia il titolo di Ingegnere. Sfaccettature di un uomo complesso e concreto: “Non è stato solo un grande sportivo, un importante imprenditore” leggiamo nella premessa di Cucci, “ma anche uno straordinario maestro di vita. Quando gli proposero di accettare la nomina di senatore a vita rifiutò laconicamente, anticipando - con una scelta politicamente non facile - la prossima fine del Senato della Repubblica, diventato negli anni fucina di perditempo, fabbrica di compilazioni e di ritardi operativi”.
Ad accompagnare lo scritto di un’amicizia durata decenni, le foto scattate da un altro uomo di quei tempi: Walter Breveglieri. Che coglie un Ferrari pubblico (con il presidente Gronchi in visita a Maranello; con Severo Boschi, ambasciatore americano Marshall e Ferrari; con Sergio Pininfarina e un giovanissimo Luca di Montezemolo) ma anche privato: eccolo dunque con la moglie ed il figlio Dino; e ancora ai funerali del pilota ferrarista Eugenio Castellotti, morto nel 1957 a seguito di un gravissimo incidente.
In lacrime, affranto per una perdita destinata a farsi più cruda, pochi mesi dopo, quando perderanno la vita anche lo spagnolo Alfonso De Portago e l’americano Eddie Nelson. Motori che, inevitabilmente, si mescolano a dolori: quelli di un padre che vede morire i propri ‘figli’ su macchine da lui stesso create.
È da qui che nasce il soprannome Saturno: colui che, secondo un illustre gesuita, ‘mangiava i suoi figli’, ossia li mandava a morte. E insomma Enzo Ferrari si fa personaggio mitico: anche in un’epoca in cui le auto, soprattutto in America, vengono prima del suo creatore e quindi viene più facile parlare di Alonso e Vettel, per ovvietà di cronaca. Lo ritroviamo qui, tra queste pagine, l’artefice di questo pezzo di storia e di sport italiani: attraverso un ritratto inedito, e quindi ancora più prezioso.
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