Il fascino di Viktoria Mullova nella bellezza delle sue note

VENEZIA. In uno star system dove ormai l’immagine identifica l’artista come non era successo prima, specie se donna, ci sono violiniste, violoncelliste, violinisti, pianiste che sui dischi sembrano...
Di Mirko Schipilliti

VENEZIA. In uno star system dove ormai l’immagine identifica l’artista come non era successo prima, specie se donna, ci sono violiniste, violoncelliste, violinisti, pianiste che sui dischi sembrano pronti per una sfilata, e si presentano con pressbook degni di agenzie per la moda. Nel marketing contemporaneo l’aspetto conta fin troppo, fra trucchi, sguardi, acconciature, abiti; ma artisti come la violinista Viktoria Mullova, pur definita “la più elegante e raffinata violinista al mondo”, sanno andare oltre scegliendo la sobrietà e la semplicità. Non c’è sfarzo d’abito o gesto coreografico per una selezione dalle sonate e partite di J.S.Bach con cui la Mullova ha aperto la stagione della Società Veneziana di Concerti alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia. Per un viaggio dentro Bach la location è perfetta, mentre Vivaldi sembra aggirarsi fra le ombre rivivendo nell’immensa stima che Bach nutriva per la sua musica.

Chi osa proporre oggi in concerto le sonate e partite? Mostri sacri, terrore dei violinisti. E poi, che cosa sente veramente ognuno di noi quando ascolta gli intrecci delle complesse linee bachiane? Il problema rimane sostanziale, ma la via della semplicità esplicativa rimane oggi la chiave per sciogliere la densità strutturale contro ogni enfasi. Una lezione venuta dalle prassi antiche e passata attraverso musicisti come Schiff, Kremer, la Faust e la Mullova.

Fin dalla sonata in sol minore, usa un arco antico alleggerendo tensioni che comunque pulsano in ogni nota.

La predilezione per la cantabilità emerge nella Partita in la minore, dove il principio del bel suono regna sovrano sposando una pulizia che è impeccabile delizia, anche se una migliore tensione spirituale (ce ne vuole tanta in queste pagine) affiora dalla Partita in re minore, attraverso una lettura molto controllata che squadra i movimenti di danza e costruisce molto bene l’articolazione formale della celeberrima Ciaccona.

Applausi calorosi.

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