Il Gran Prix di Urbanistica a Paola Viganò docente Iuav

VENEZIA. Prima donna e prima italiana. Paola Viganò, docente ordinario di Progetto Urbanistico allo Iuav e direttrice del Dottorato in Urbanistica, ha conquistato la Francia vincendo il celebre «Grand Prix de l’Urbanisme». La (appena) cinquantunenne di origine valtellinese, ma ormai trapiantata a Venezia, si è distinta «per la sua eccezionale capacità di coniugare pensiero e azione, teoria e pratica», entrando nella sfera dei grandi nomi dell’architettura. Appassionata del suo lavoro fin da ragazza, ma anche di letteratura e di danza, la Viganò questa volta proprio non se lo aspettava, nonostante ormai la Francia rappresenti per lei la seconda casa. Qualche anno fa il suo nome era infatti circolato nella cerchia dei papabili, ma poi tutto era sfumato e non ci aveva neanche più pensato. Giorni fa, mentre si stava imbarcando in aeroporto in Bretagna, riceve una telefonata da un alto funzionario del Ministre de l’Égalité des territoires et du Logement che le comunica la vittoria. Il suo Studio, fondato con l’architetto Bernardo Secchi, è molto conosciuto al di là del confine per i progetti realizzati tra i quali il quartiere Courrouze a Rennes o il Spoor Noord Park ad Anversa, ma anche per il contributo intellettuale mostrato in molte occasioni, per esempio per il «Grand Paris», il dibattito voluto da Nicolas Sarkozy dopo gli accordi di Kyoto su come ci immaginano le città del futuro.
«Si tratta di costruire visioni di grandi metropoli» racconta, sempre in movimento, questa volta verso il Belgio dove hanno una piccola succursale dello Studio con base a Milano «è un modo per dedicare tempo all’immaginazione e dovrebbe esserci anche in Italia». Laureata a Firenze e dottorata a Venezia con Gian Ugo Polesello, Viganò è autrice di due libri che raccontano la sua idea di urbanistica (La città elementare e I territori dell’urbanistica), fondata sul ri-ciclo, inteso come inizio di una nuova fase di vita, come sta sperimentando a Porto Marghera, un luogo simbolo che attende di rinascere.
Vera Mantengoli
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