Il «grande assente» per troppa timidezza
Il regista Usa non ritira il premio, De Niro diverte il pubblico

CANNES.
Neanche la Palma d'oro, annunciata, meritata, attesa infine vinta, ha convinto Terrence Malick a fendere la folla della Lumiere, vincendo le sue fobie e ritirare il premio. Nella serata di chiusura del festival di Cannes il «grande assente» è rimasto tale: sono saliti sul palco i produttori Sarah Green e Bill Pohland, per ringraziare al posto dell'autore americano. Mentre il presidente della giuria Robert De Niro, ha tentato di fare il suo discorso in francese: esilarante. Risate anche con Jean Dujardin, migliore attore per The Artist di Michel Hazanavicius, dopo i ringraziamenti di rito alla protagonista femminile Berenice Bejo, all'autore e a sua moglie, si è inchinato davanti la giuria e come nel bel film muto e in bianco e nero, ha cominciato sul palco a ballare il tip tap. Momenti di panico invece per Maiwenn che ha vinto il premio della giuria (il quarto per importanza nel palmares) con il corale ottimo Polisse sulla passione per il lavoro dei poliziotti della brigata anti pedofili di Parigi: la bella regista-autrice-sceneggiatrice-attrice è corsa sul palco ansimando e sospirando sull'orlo di un attacco di cuore, ha chiamato sul palco i suoi attori, esigendo una foto di gruppo. Tanti applausi per Kirsten Dunst, migliore attrice per Melancholia di Lars Von Trier: la giuria non si è fatta influenzare dal caso che ho scioccato il festival - le dichiarazioni del danese sulle simpatie naziste e su Israele culminate nella cacciata da Cannes come "persona non grata" - e ha inteso liberare un bel film dall'incubo provocato dal suo stesso regista premiando la sua protagonista, in verità davvero meritevole. Dalla platea della Lumiere alla notizia del premio per la Dunst applausi e anche fischi. «Che esperienza questo Cannes - ha esclamato l'attrice finita giocoforza nella bufera - ma io voglio ringraziare Lars per l'opportunità che mi ha dato scegliendomi per questo film. Questa è veramente una notte speciale». Da ricordare e ricopiare il mini pinguino dell'argentino Pablo Giorgelli che con quel portafortuna in tasca, esibito al momento giusto, ha vinto la Camera d'oro per la migliore opera prima con Las Acacias. Sulla Montee des Marches un fashion show dell'eleganza: sono sfilate l'ultrasettantenne tonica Jane Fonda, che a Cannes ha prediletto abiti in varie gradazioni di oro, Faye Dunaway in pantaloni, la sinuosa Rosario Dawson, la giurata cinese Nansun Shi con maniche drappeggiate pipistrello, ma su tutte ha svettato, in tutti i sensi visto che è alta 1,83 cm, la bellezza della giurata Uma Thurman. La bostoniana ieri sera ha scelto un Armani.
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