Il maratoneta padovano Pertile e il velocista vigonovese Riparelli tra gli atleti deferiti dall'Antidoping

Sono ben 26 le stelle dell'atletica leggera nel mirino della Procura di Trento, che contesta a tutti la mancata reperibilità ai controlli
Ruggero Pertile in gara a Pechino
Ruggero Pertile in gara a Pechino

PADOVA.  Il maratoneta padovano Ruggero Pertile, portacolori di Assindustria, tra i 26 azzurri deferiti dalla procura Antidoping della Nado Italia in relazione all'indagine Olympia condotta dai Nas-Ros dei Carabinieri di Trento su mandato della procura di Bolzano.

Tra gli alteti finiti dell'inchiesta, successivamente approfondita dall'indagine della stessa procura Antidoping, anche il velocista di Vigonovo Jacques Riparelli, attualmente in forza all'Aeronautica militare e specialista dei 100 e 200 metri (il 5 luglio 2015 oha fatto segnare un 10"11 al meeting Resisprint di La Chaux-de-Fonds  in Svizzera, quarto tempo italiano assoluto nei 100 metr).

Ecco tutti gli atleti deferiti: Roberto Bertolini, Migidio Bourifa, Filippo Campioli,  Simone Collio, Roberto Donati,  Fabrizio Donato, Giovanni Faloci, Matteo Galvan, Giuseppe Gibilisco, Daniele Greco, Andrew Howe, Anna Incerti, Andrea Lalli, Stefano La Rosa, Claudio Licciardello, Daniele Meucci, Christian Obrist, Ruggero Pertile, Jacques Riparelli, Silvia Salis, Fabrizio Schembri, Daniele Secci, Kaddour Slimani, Gianluca Tamberi, Marco Francesco Vistalli, Silvia Weissteiner.

Silvia Weissteiner
Silvia Weissteiner

E' un vero e proprio terremoto a scuotere l'atletica italiana che, a meno di un anno dei Giochi di Rio 2016, rischia di perdere in massa alcuni dei suoi atleti più rappresentativi.

Dipenderà da cosa decideranno le due sezioni del Tribunale Nazionale Antidoping nel maxi-processo che si terrà al Foro Italico. Le richieste della Procura Antidoping della Nado-Italia sono pesanti: due anni di stop per 26 azzurri accusati di "eluso controllo".

Riparelli (secondo da sinistra) allo sprint
Riparelli (secondo da sinistra) allo sprint

Dal velocista Simone Collio, argento nella staffetta 4x100 a Barcellona 2010, ad Andrew Howe, dal campione europeo di corsa campestre 2012, Andrea Lalli ai triplisti Daniele Greco e Fabrizio Donato, bronzo a Londra 2012. Una medaglia che ora è a rischio, ma non è la sola: dipenderà da quando i giudici faranno partire la decorrenza delle eventuali squalifiche per le violazioni emerse dall'indagine seguita alla positività di Alex Schwazer, riscontrata nel luglio 2012.

Indagine che, dal luglio 2014, è passata alla Procura Antidoping, guidata da Tammaro Maiello, che ha svolto i propri interrogatori e accertamenti anche su circa un milione di email. Il Tribunale potrebbe far decorrere i termini proprio dal luglio 2014, negando così a diversi azzurri la possibilità di partecipare ai Giochi di Rio 2016.

Campione italiano di maratona nel 2006, Pertile ha partecipato a più Olimpiadi.Nel 2010 è arrivato 4º nella maratona dei Campionati europei e ha vinto la maratona di Torino. Nel 2012 si è piazzato al 10º posto nella maratona alle Olimpiadi di Londra, secondo tra gli atleti europei. Nel 2014 si è piazzato al 7º posto nella maratona dei Campionati europei. Ai campionati del mondo di atletica leggera 2015 di Pechino ha conquistato il miglior risultato in carriera, classificandosi al 4º posto. Come molti degli atleti indagati, è stato raggiunto dalla notizia del deferimento mentre al raduno della nazionale a Tirrenia.

Alfio Giomi, numero uno della Fidal
Alfio Giomi, numero uno della Fidal

"Nel ribadire la totale fiducia nell'operato della Procura Antidoping del Coni, ed auspicando una rapida conclusione dell'iter giudiziario, ritengo opportuno sottolineare quanto già espresso a suo tempo", ricorda il numero uno Fidal Alfio Giomi. "Vorrei solo ricordare che il consiglio federale attualmente in carica ha stabilito il 28 febbraio  2014 che gli atleti, al secondo mancato controllo e/o mancata comunicazione, perdano ogni forma di assistenza da parte della Federazione; ed inoltre, che lo stesso Consiglio ha varato il 20 dicembre 2013 il "Codice etico dell'atletica italiana", che prevede, tra le altre cose, l'automatica esclusione dalle squadre nazionali per gli atleti condannati a pene superiori ai due anni di squalifica per fatti di doping".

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