Il panettone dei detenuti è diventato internazionale

Già avviata, al carcere Due Palazzi, la produzione e la commercializzazione dei panettoni dell’Officina Giotto, preparati, sempre con grande professionalità dai detenuti sotto la regia di Nicola Boscoletto. Anche quest’anno, come già nel 2012, saranno sfornati 70.000 panettoni, tra cui quello classico e quello, denominato Kabir, preparato con il moscato passito di Pantelleria, prodotto dall’azienda vitivinicola Donnafugata. Al dettaglio, come ad esempio al Pedrocchi, dove è in vendita già da una settimana, il costo è di 25 euro. Ora è possibile acquistare i prodotti, che escono dal Due Palazzi, anche via internet. E c’è di più. La società che li produce e li confeziona è anche in grado d’inserire nelle scatole-regalo i biglietti personalizzati degli auguri di Natale e di Capodanno.
Ancora una volta il tipico dolce di Natale, che sarà regalato anche al presidente del Consiglio Enrico Letta, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, al collega della Difesa, Dario Mauro e al direttore dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburrino, sarà commercializzato in tutto il mondo. Un ristoratore italiano di Chicago ne ha già ordinate 200 confezioni.
Il panettone «made in Padova» finirà anche sulle tavole di un locale nei Caraibi olandesi e di altri ristoranti del Brasile. A tale proposito Nicola Boscoletto ha anticipato che, a fine mese, il laboratorio del carcere sarà visitato da alcuni rappresentanti degli istituti penitenziari di Belo Horizonte, nella regione del Minas Gerais, dove, alcuni mesi fa, si è recata una delegazione della Cooperativa Giotto. In pratica sta per diventare esecutivo il progetto di produrre il panettone dei detenuti di Padova anche in Brasile e, nello specifico, nelle strutture dei cosiddetti Pac. Ossia in alcune carceri all’avanguardia sociali, aperte nel periodo governativo in cui era presidente l’ex sindacalista di sinistra, Lula, dove non ci sono né gli agenti di custodia e né le armi.
Boscoletto e i colleghi di lavoro hanno messo in piedi un altro progetto analogo per produrre i dolci di Giotto anche in una struttura carceraria di Chicago. Per il resto, la produzione in carcere da parte dei 25 detenuti-pasticcieri, addetti al laboratorio interno, è diventata ancora più variegata rispetto all’anno scorso. È già in vendita anche un nuovo panettone prodotto direttamente con la birra Antoniana e un altro tipo ancora che è in vendita con otto formati di biscotti diversi ed anche con le famose tazzine firmate da Alessi e dalla torrefazione Marchi, di Venezia.
Anche quest’anno, infine, papa Francesco, come già fatto in passato Benedetto XVI, dovrebbe ordinare parecchi panettoni da regalare ad altre autorità. «L’anno scorso Papa Benedetto XVI ne fece acquistare dal suo Economato 232», spiega Boscoletto, «furono regalati tutti ai suoi amici più vicini e anche ai rappresentanti delle istituzioni più importanti. Ad esempio, come mi ha detto lo stesso Napolitano nella recente visita, che anche noi dell’Officina Giotto abbiamo effettuato al Quirinale, il panettone padovano finì sulla tavola del presidente della Repubblica proprio nel giorno di Natale. L’ordinativo da parte del Papa per la fornitura 2013 ci dovrebbe arrivare la settimana prossima. Lo attendiamo con ansia. Papa Francesco sta già facendo tanto per i carcerati. Dal giorno della sua investitura sino ad oggi, i detenuti sono sempre nel suo cuore. Naturalmente, ci farebbe molto piacere che alcuni nostri dolci natalizi fossero destinati al Vaticano. Anche per dimostrare sul campo quel grande e costruttivo filo spirituale che lega la nostra cooperativa con tutte le istituzioni, cattoliche e non, che sono sempre in prima linea nella difesa dei deboli e, innanzitutto, delle persone che hanno sbagliato una volta, ma hanno anche tanta voglia di redimersi e di trovare un reinserimento nella società quando sarà restituita loro la libertà».
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