Il poeta che fece di Cittadella un crocevia di cultura

CITTADELLA. Nasceva cento anni fa, il 15 gennaio 1914, Bino Rebellato, il poeta di Cittadella. Nel caso di Rebellato l’identificativo geografico corrisponde ad una scelta culturale. Non solo perché ha vissuto tutta la sua vita, eccetto il breve periodo resistenziale, nella città murata; soprattutto perché tutta la sua vita culturale è impregnata della luce di quelle case, di quelle campagne. Una esperienza rara, vicina a quella di Neri Pozza, più vecchio di lui solo di un paio di anni, ma egualmente legato ad un una città, ad una terra, tanto da rifiutare ogni tentazione che lo avvicinasse alle metropoli culturali degli anni cinquanta e sessanta.
Come Neri Pozza anche Bino Rebellato è stato un provinciale per scelta, per vocazione, convinto che si potesse portare la grande cultura a Cittadella, e che non si dovesse rincorrerla nelle grandi città. Rebellato, infatti, non è stato solo poeta, è stato molto di più. È stato l’anima culturale di Cittadella per oltre cinquant’anni. Ha fondato una casa editrice, pubblicato e diretto riviste, istituito un premio di poesia di rilevanza nazionale, ha prodotto e realizzato opere grafiche, ha dato vita a un mondo culturale che è vissuto nel suo nome e per il suo impegno.
Nella sua vita, durata novant’anni, ha incrociato quasi tutti i maggiori intellettuali italiani del secondo novecento, da Zanzotto a Rebora, da Caproni a Luzi, da Biagio Marin a Ungaretti. Come poeta Rebellato ha avuto riconoscimenti importanti, ma schivo com’era a lungo ha pubblicato solo per gli amici, piccole plaquette edite in numero limitato di copie. Solo a partire dalla metà degli anni Settanta ha preso il coraggio di uscire allo scoperto, raccogliendo in più volumi, pubblicati per lo più da Rusconi e Scheiwiller, quello che aveva prodotto.
Scartando molto, perché una delle sue caratteristiche era la scontentezza riguardo alla sua produzione: “non ho mai scritto il verso/ che per tutta la vita/ ho sognato di scrivere” recita l’incipit di una delle sue poesie più note. Nel frattempo però aveva dato alla luce due creature fondamentali per Cittadella e per il Veneto.
La prima, nel 1951, era un premio, il Cittadella poesia. Se si scorrono i nomi dei premiati ci si accorge che non manca nessuno dei nomi importanti della poesia italiana. Insieme a due grandi intellettuali come Aldo Camerino e Diego Valeri, insomma, Rebellato ha trasformato Cittadella in una delle capitali della poesia italiana. La seconda era una casa editrice dedita ad opere estremamente curate. Come editore ha pubblicato autori di primo piano, da Palazzeschi a Comisso, da Buzzati a Lalla Romano, sempre scegliendo però quelle opere laterali, destinate ai lettori più attenti, piccole perle, che gli autori affidavano con fiducia alle sue mani che sapevano sempre rigorose e attente: era un uomo che aveva enorme rispetto di ciò che è arte.
Nicolò Menniti-Ippolito
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova