Il prefetto di Padova ai 102 comuni: "Non potete vietare la tecnologia 5G, ma solo porre dei limiti"

Le ordinanze in materia sono a rischio annullamento prefettizio, tanti i ricorsi al Tar, l’unica soluzione è dotarsi di un piano
Un’antenna telefonica installata recentemente in città
Un’antenna telefonica installata recentemente in città

PADOVA.  Le ordinanze dei sindaci contro le antenne 5G sono a rischio di annullamento prefettizio. È stato direttamente il prefetto Renato Franceschelli a comunicarlo in una circolare inviata ai 102 primi cittadini della provincia euganea.

Impianti, frequenze, progetti approvati e bocciati: tutto quello che c'è da sapere sul 5g in Veneto

 

Alcuni dei quali nei mesi scorsi hanno dato seguito alle più diffuse paure sulla nuova tecnologia e emanato bandi sempre più duri fino a proclamarsi territori “5G free”. Impossibile per il governo. Che lo ha specificato anche nel recente decreto Semplificazioni: le amministrazioni possono porre dei limiti ma non certo bandire una tecnologia innovativa che porterà un notevole avanzamento tecnologico e che non porta rischi per la salute umana.

La circolare di Franceschelli è chiara: «Si ritiene che possano sussistere tutte le condizioni per far luogo all’annullamento prefettizio dei provvedimenti, in quanto l’atto è adottato in assenza dei presupposti previsti dalla legge». La facoltà di fare ordinanze per i sindaci è limitata a certi ambiti e condizioni, ricorda il prefetto sempre nell’ambito del «principio di leale collaborazione» tra istituzioni.

Un avvertimento che non è stato preso alla leggera e che ha spinto la maggior parte dei sindaci ad annullare “in autotutela” quelle ordinanze che erano già state emanate.

Chiarezza sul tema è arrivata dal decreto Semplificazioni adottato nel luglio scorso. Nell’articolo sulle “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale” stabilisce chiaramente i limiti per le amministrazioni comunali. In buona sostanza i sindaci possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico degli impianti e minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici, in particolare nei siti sensibili, ma dovranno comunque attenersi alle direttive statali e non potranno intervenire per bloccare l’installazione di qualsiasi tipologia di stazione radio base, incluse le antenne 5G.
 

5G: perché c’è chi teme l’ultima rivoluzione digitale?

Dunque, nell’interpretazione della Prefettura, è illegittimo «un divieto generalizzato all’installazione di impianti del genere». In più, dal punto di vista normativo è evidente «l’impossibilità di adottare ordinanze contingibili e urgenti in una materia la cui competenza è riservata allo Stato». Anche perché le preoccupazioni per la salute non si possono fermare ai confini comunali ma valgono per l’intero territorio nazionale.

Per quanto riguarda il rischio sanitario la Prefettura ha ovviamente ricordato a tutti i sindaci che si tratta di valutazioni che sono «di esclusiva pertinenza di Arpav, organo deputato al rilascio del parere prima dell’attivazione della struttura e al monitoraggio del rispetto dei limiti prestabiliti normativamente dallo Stato».

Ed è proprio l’Arpav a ricordare che «le tre bande di frequenza che verranno utilizzate per il 5G ricadono all’interno dell’intervallo i cui limiti, individuati dalla normativa italiana per la tutela della salute pubblica, sono tra i più cautelativi d’Europa».

Non bastasse il parere del Prefetto, nella circolare inviata ai sindaci è stato ricordato ai sindaci che in larga parte le ordinanze di bando al 5G sono state impugnate dalle aziende al Tar e che molti giudici amministrativi si sono già espressi, almeno nell’istanza cautelare, accogliendo la richiesta di sospenderne gli effetti.

Casi del genere non mancano neppure nel Padovano: in corso c’è un procedimento al Tar promosso da Wind-Tre contro il Comune di Abano per l’installazione di un’antenna in via Monte Croce. Ma nel settembre scorso l’amministrazione di Cadoneghe ha vinto, sempre al Tar del Veneto, contro Wind-Tre impedendo l’arrivo di un impianto di via Marconi. Per quale motivo? Si tratta di una zona densamente abitata individuata tra quelle off limits nel “Piano antenne” del Comune.

È questa la possibilità che viene offerta alle amministrazioni per intervenire sul tema: possono dotarsi di un piano apposito che chiarisca in quali aree o edifici non è possibile installare antenne. Gli esempi sono molti: scuole, asili, caserme, parchi gioco, case di cura e di riposo, assistenza all’infanzia, oratori. Non solo Cadoneghe, un piano antenne c’è a Padova, Abano, Piove di Sacco, Sant’Angelo di Piove. E ci stanno lavorando a Legnaro e in 10 comuni della federazione del Camposampierese. —

Antenne 5G domande e risposte

Che cos’è il 5G?

Il 5G è il nuovo standard di trasmissione per la telefonia mobile. Rispetto agli attuali sistemi, GSM, DCS, UMTS e LTE, il 5G permette elevata velocità di trasmissione e tempi di reazione della rete ad una richiesta molto ridotti, caratteristiche che fanno prevedere aumento e miglioramento dei servizi e delle prestazioni.

In che ambiti di attività verrà utilizzato?

È difficile immaginare ora l’evoluzione della rete ma la ricerca si sta sviluppando in diversi settori, tra cui quello della mobilità (introduzione graduale di auto a guida autonoma) e quello sanitario (possibilità di fare operazioni a distanza così da intervenire anche in zone dove non ci sono ospedali avanzati); altri scenari di sviluppo riguardano certamente la pubblica sicurezza, il turismo e, ovviamente, anche l’intrattenimento.

Come funziona?

Dal punto di vista tecnologico cambia la modalità di trasmissione, non più ‘statica’ in una determinata area ma centrata sull’utente o meglio sul dispositivo: le nuove antenne consentono di ottenere fasci di emissione ‘dinamici’ nel tempo e nello spazio.

Ci sono antenne di questo tipo già attive in Veneto?

In Veneto sono attivi 57 impianti con tecnologia 5G alla frequenza di 3700 MHz e 6 impianti alla frequenza di 27000 MHz (aggiornamento 30 novembre 2020). Tali impianti sono stati sottoposti a controllo preventivo da parte di Arpav, all’interno del procedimento autorizzativo previsto per l’installazione degli impianti di telecomunicazione.

Quali frequenze utilizza?

La tecnologia 5G lavorerà su tre diverse bande di frequenza: 694-790 MHz, 3.6-3.8 GHz, 26.5-27.5 GHz. La prima è destinata ora alla trasmissione televisiva e verrà riassegnata agli operatori di banda larga mobile dopo il primo luglio 2022, le altre due sono frequenze più elevate rispetto a quelle attualmente in uso per la telefonia mobile.

La nuova tecnologia usa frequenze che possono essere più dannose di quelle utilizzate da quelle già attive?

La normativa italiana fissa i limiti nella gamma di frequenza 100kHz - 300GHz, indipendentemente dalla tecnologia di rete utilizzata. Le tre bande di frequenza che verranno utilizzate per il 5G ricadono all'interno di questo intervallo i cui limiti, individuati dalla normativa italiana per la tutela della salute pubblica, sono tra i più cautelativi d’Europa. Riferimenti normativi: L.Q. 36/2001, DPCM 08.07.03 e L. 221/2012

Ci sono studi sui possibili danni alla salute legati all’utilizzo di queste nuove frequenze?

Fermo restando che gli aspetti di carattere sanitario non sono di diretta competenza di Arpav, si ritiene importante segnalare un recente studio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, che fa il punto sui rischi per la salute legati ai campi elettromagnetici. Il rapporto conclude affermando che le evidenze scientifiche correnti non giustificano modifiche sostanziali all’impostazione attuale degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute (cioè gli attuali limiti di esposizione). Rapporto ISTISAN 19/11

L’aggiunta delle antenne 5G a quelle già presenti sul territorio aumenta i possibili effetti sulla salute?

Le valutazioni preventive dei livelli attesi di campo elettromagnetico e le misure effettuate sul territorio considerano il livello di campo dovuto a tutti i sistemi per telecomunicazioni presenti intorno all’area di interesse, incluso il nuovo segnale 5G, se presente.

Come vengono rilasciate le autorizzazioni per installazioni di antenne per il 5G?

Si segue il procedimento autorizzativo previsto per l’installazione di qualsiasi nuovo impianto di telecomunicazione o per la riconfigurazione di esistenti. Arpav rilascia un parere preventivo, che è favorevole solo quando i livelli di campo elettromagnetico, dovuti al nuovo impianto e a quelli già presenti nella stessa zona, risultano inferiori al limite, al valore di attenzione ed all’obiettivo di qualità - ove applicabili - fissati dalla normativa vigente. Tutte le emissioni degli impianti di telecomunicazione sono quindi controllate in fase di autorizzazione preventiva. Riferimenti normativi: D.lgs.259/03

Le antenne 5G andranno semplicemente ad aggiungersi alle precedenti (2G, 3G, 4G) o andranno a sostituirle in parte?

È probabile che lo sviluppo di questa nuova tecnologia porti ad un aumento considerevole di impianti sul territorio. In ogni caso, l’incremento atteso con la diffusione del 5G non potrà mai portare ad una crescita indiscriminata dei livelli di campo elettromagnetico, grazie ai controlli Arpav sul rispetto dei limiti normativi. Nelle situazioni con valori già prossimi ai livelli limite non sarà possibile aggiungere ulteriori impianti, di qualsiasi tecnologia.

Le modalità con cui si eseguiranno i controlli cambieranno? Le Agenzie ambientali sono pronte?

I controlli preventivi effettuati da ARPAV all’interno del procedimento autorizzativo per l’installazione degli impianti 5G sono eseguiti secondo le nuove disposizioni previste dal Sistema Nazionale per la Prevenzione dell’Ambiente (SNPA), che tengono conto delle specificità di questa nuova tecnologia. I controlli strumentali sugli impianti in esercizio seguono quanto specificato dall’apposita norma tecnica nazionale. Riferimenti normativi: Delibera SNPA 69/2020, Norma CEI 211/7E – rev del 01.11.19

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