Il professor Stefano Piccolo alla Pontificia Accademia

il protagonista
Il Santo Padre ha nominato il professore padovano Stefano Piccolo membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Ordinario di Biologia Molecolare giovanissimo (poco più che trentenne) all’Università patavina, il docente è nato il 19 maggio 1967, si è laureato in Scienze biologiche nel 1991 ed ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1995, tutto nella sua città.
Dopo un periodo di ricerca post-dottorale all’Howard Hughes Medical Institute a Los Angeles (Stati Uniti), nel 1998 è rientrato nell’Ateneo padovano come ricercatore e dal 2003 ricopre la cattedra di Biologia molecolare. Inoltre Piccolo è Principal Investigator dell’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) ed è un vero “collezionista” di premi, tra cui il Swiss Bridge Award (2005); il premio Chiara D’Onofrio (2007); il Debiopharm Group Life Sciences Award (2011); il Premio Luigi Tartufari e quello Guido Venosta (2012).
Viene associato all’Accademia dei Lincei nel 2014. Al prof padovano si devono numerose ricerche scientifiche, con particolare attenzione al comportamento molecolare nei meccanismi delle malattie tumorali e dell’invecchiamento.
Nell’ambiente accademico lo definiscono un “mastino” dei finanziamenti, ovvero uno di quei docenti che attira a sé come una calamita risorse nazionali e internazionali. Proprio in occasione del finanziamento vinto dall’European Research Council (2018) il prof spiegava al nostro giornale: «Servono progetti che abbiano la forza di cambiare lo status quo e aprire nuovi orizzonti. Ci vuole resilienza, capacità di lavorare in team e di pensare fuori dal coro. E ci vogliono colleghi che condividono uno scopo. Personalmente devo tutto a collaboratori fantastici».
Piccolo è una mosca bianca perché è un talento rimasto nel suo paese. Sognatore sì, ingenuo no. È rimasto in Italia infatti «pur sapendo che fare ricerca qui è più difficile – raccontava al mattino due anni fa – Per fortuna esistono isole felici. Le ho trovate all’Università di Padova, che mi ha dato libertà, mezzi e persone per fare ricerca e all’Airc che finanzia gran parte del nostro lavoro. Ai giovani dico di perseguire poche idee, ma le più ambiziose e di non accontentarsi mai».
Da oggi, all’interno della Pontificia Accademia delle Scienze, dovrà misurarsi con la questione delle questioni, quella epistemologica: la filosofia della scienza. E dovrà farlo con una portata internazionale, multirazziale, insieme ad 80 uomini e donne eccellenti che hanno dato un contributo eccezionale nei loro campi di ricerca scientifica. —
elvira scigliano
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