Il rettore dell’École «Migranti, scommessa sul futuro della Ue»

Una «scommessa sul futuro dell’Europa»: Marc Mezard, direttore dell’École normale supérieure (massimo organismo universitario francese) definisce così, dall’Aula Magna di Palazzo Bo, l’accoglienza dei migranti, un popolo sempre più numeroso e fatto per lo più di giovanissimi, che in questi mesi continuano a bussare alle porte dei paesi europei.
«Nel nostro ateneo» aggiunge Mezard «abbiamo già avviato un’iniziativa rivolta ai ragazzi che abbandonano gli studi nel proprio paese d’origine perché costretti a fuggire, a causa della guerra o della povertà: noi cerchiamo di facilitare coloro che desiderano continuare gli studi, accogliendoli. Mi auguro che iniziative come la nostra si moltiplichino, in tutta Europa. Non c’è libertà di circolazione senza libertà di pensiero, di studio e di ricerca».
Un intervento pieno di speranza e affetto per l’Italia, quello del rettore francese, che ha voluto ricordare il suo periodo di studio alla Sapienza di Roma («grazie ad una delle prime borse di dottorato in Europa») e il legame profondo con il nostro paese, testimoniato un’impeccabile padronanza linguistica. Le sue parole sono state forse le più applaudite insieme a quelle di un giovanissimo che, nell’ateneo, è ancora dall’altra parte della cattedra. Riccardo Michielan, presidente del consiglio degli studenti, ha voluto ricordare un grande, appena scomparso, del mondo accademico italiano: Umberto Eco. «Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi» esordisce Michielan «l’università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l’università sarà riportato dai mass media tra vent’anni. Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio». Il pensiero, di Eco, è stato pronunciato pochi anni fa in un altro ateneo, quello di Bologna e ieri è stato ripreso insieme a una critica. «L’Italia non è un paese per chi vuole fare ricerca». La cerimonia, lunga e molto partecipata, si è conclusa come di consueto nel segno della tradizione: con l’allegra irruzione della goliardia cittadina, e i doni per i presenti: al rettore padovano la gallinella, al rettore francese (che di formazione è un fisico) un “gatto di Schrödinger”.
Silvia Quaranta
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