Il ricordo dell’ex compagno di partito e avversario Sergio Verrecchia
Una parte della storia di Padova e del Veneto deve qualcosa alle idee, alle azioni ed alle intuizioni di Antonio Testa. Io naturalmente lo ricordo molto bene avendo condiviso con lui la stessa fede politica anche se da posizioni diverse. Ricordo i nostri confronti a volte vivaci, a volte duri, ma nel rispetto reciproco che era fatto di tanto lavoro, di passione e serietà. Quando la cortina di nebbia che ancora oggi avvolge il periodo degli anni ottanta si dissiperà e la cronaca farà il posto alla storia, saranno riscritti i giudizi su quel decennio. Allora sarà facile riconoscere i leader politici, la classe dirigente, imprenditoriale, culturale che l’hanno segnato. Tra questa sarà impossibile nascondere la criniera leonina di Testa. Noi apparteniamo ad una classe politica sparita da tempo, dove di regola eccedeva il migliore dopo una implacabile selezione. Dove gli amministratori pubblici erano professionisti esperti di politica, di amministrazione. Magari non sapevano tirare di fioretto, né cantare, né recitare in teatro, né erano uomini di spettacolo o bocconiani, ma sapevano molto bene quali fossero i bisogni della gente perché la conoscevano, la frequentavano. Antonio apparteneva a questa generazione. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato a casa sua in una cena, manco a dirlo, di ex socialisti un paio di anni fa. Ci ricordò come l’idea di coinvolgere l’ente Autostrade Venete per la costruzione delle tangenziali di Padova fu sua dopo aver visto cosa era stato fatto a Verona e come lottò perché l’asse politico regionale si spostasse da Verona a Padova. Cosa che al tempo gli riuscì. Antonio Testa mancherà sicuramente alla sua magnifica famiglia, mancherà però molto anche ai socialisti, agli amici, alla storia di questa città.
Sergio Verrecchia
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