Il Rifugio Brigante per salvare i cavalli diventa ente no-profit

VILLAFRANCA
A Villafranca esiste un santuario dedicato ai cavalli: ospita equini altrimenti destinati alla macellazione in quanto non più produttivi e fonte di reddito. Ad occuparsene è Leonardo Fabris, che prende con sé gli animali e li sostenta. Un percorso iniziato nel 2016, che ha recentemente ottenuto un importante riconoscimento: il Rifugio equino Brigante è diventato un ente no-profit e come tale può organizzare eventi, partecipare a progetti e ricevere donazioni.
«Che sarebbero utili non solo per le cavalle che ospito – precisa Leonardo, – ma soprattutto per adottare dei cavalli a distanza, in quanto da me lo spazio è limitato e a malincuore non posso prenderne altri». Ecco perché Leonardo ha deciso di dare vita all’associazione, insieme ai cofondatori Eleonora Chies, Barbara Forin, Alessia Maffezzoni, Davide Mazzola, Paola Turetta e Giuseppina Zampieron.
In questo momento il rifugio ospita quattro cavalle, tutte affette da patologie fisiche o con storie di maltrattamento: la regina del rifugio, la capobranco, è Lily un’ex trottatrice di 18 anni, e le fanno compagnia Fiamma, che ha 24 anni, Sissi, un Haflinger di 17, e la piccola Pony Shetland Mela, che si chiamerebbe Spirit, ma che ormai è stata ribattezzata col nome del frutto e che di anni ne ha 16. Il rifugio è dedicato a Brigante, trottatore compagno di Lily, scomparso nel 2016 con estremo dolore della cavalla, che lo ha cercato e atteso per giorni, smettendo persino di mangiare dall’enorme tristezza. Si è ripresa quando Leonardo le ha affiancato Sissi, l’unica in grado di calmarla nei momenti di sofferenza.
«Il cavallo è un animale meraviglioso – prosegue Leonardo – e io, a costo di sembrare blasfemo, lo considero il migliore amico dell’uomo. Basti pensare a quanto lo ha aiutato nel lavoro e negli spostamenti. Ma tanta dedizione non è mai stata contraccambiata con altrettanta riconoscenza da parte dell’essere umano: al contrario della Grecia che lo ha vietato, ad esempio, il cavallo è un animale di cui ci si può cibare». Nel rifugio le quattro cavalle vivono invece serenamente la loro “pensione”, tra coccole, cure veterinarie e buon cibo: e che per chi volesse conoscerle, la struttura è visitabile su appuntamento. ––
Cristina Salvato
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova