Impianto Franceschini, Bonavina: «Pronti a cambiare ditta»
Scontro in commissione tra l’opposizione e l’assessore allo sport: «Se l’impresa non consegna le carte entro lunedì la escluderemo. Contatteremo la terza azienda, sperando che sia ancora disponibile». Lonardi all’attacco: «Questa gestione lascia molto a desiderare»

Una riunione congiunta dai toni tutt’altro che pacati, quella che ha visto protagoniste ieri pomeriggio la IX e la VII Commissione consiliare, convocate per fare il punto sulla situazione di due impianti sportivi chiave per la città: lo stadio Colbachini e il Franceschini.
Un incontro tecnico, ma in cui le difficoltà operative si sono intrecciate alle critiche politiche dirette all’assessore allo sport, Diego Bonavina. All’ordine del giorno lo “Stato attuale e futuro dell’impianto e della pista di atletica” del Colbachini e “L’avanzamento dei lavori e bando” per il Franceschini. Ma è stato proprio quest’ultimo il fulcro del dibattito acceso.
Durante l’intervento, l’assessore Bonavina ha ricostruito le difficoltà emerse nell’affidamento dei lavori allo stadio Franceschini: «A dicembre 2023 i lavori erano stati assegnati a una ditta che però ha interrotto le opere per motivi climatici, non potendo posare il manto con temperature basse. Nel 2024 i lavori non ripartono e apprendiamo di procedure in corso che impediscono alla stessa ditta di proseguire» dice Bonavina.
Ne è seguita, ha spiegato l’assessore, una lunga interlocuzione che si è conclusa con l’interruzione ufficiale del contratto da parte del Comune. Da lì si è tentato il subentro della seconda classificata nella gara d’appalto, ma la situazione è precipitata nuovamente: «Abbiamo chiesto più volte il deposito delle polizze per la firma del contratto, ma queste non sono mai arrivate. Se entro lunedì non riceveremo risposta, escluderemo anche la seconda ditta e passeremo alla terza con la speranza che a distanza di due anni sia ancora disponibile».
Le spiegazioni, però, non hanno convinto tutti. Il consigliere del gruppo misto Luigi Tarzia ha chiesto chiarimenti sugli importi residui, sulle polizze non presentate e sulle verifiche da effettuare a priori sulle aziende coinvolte.
Più duro il consigliere della Lega, Ubaldo Lonardi, che ha attaccato l’assessore Bonavina: «Perché dire che per due anni si ferma tutto per 238 mila euro? Nessun patronato parrocchiale blocca l’attività per queste cifre. C’è una gestione che lascia molto a desiderare. Non avete parlato di date. Mi chiedo da dove nasce il suo ottimismo, visto che siamo nel 2025 e il problema è ancora aperto. Quando avrete completato il lavoro, dovrete dimettervi».
La replica dell’assessore non si è fatta attendere: «Sono un inguaribile ottimista. Lei dice che non ho citato date, ma ho parlato di dicembre 2023 e aprile 2024. Se vogliamo fare una questione di giorni, faccia un accesso agli atti. Ma dico anche un’altra cosa: forse non sapete come funziona la macchina amministrativa. Anche per 2.000 euro non si può fare quello che si vuole. Esistono regole, procedure, responsabilità dei dirigenti. Io rispondo pubblicamente, ma loro rispondono con il proprio lavoro».
Dietro i numeri, le gare d’appalto e le polizze, si intravede un problema di fondo: la lentezza delle procedure amministrative e l’impossibilità di prevedere in anticipo l’affidabilità di una ditta che, almeno in teoria, ha tutte le carte in regola per poter completare i lavori.
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