Implode l’idea di Gottardo Civiche in ordine sparso

Dopo l’abboccamento con Fiore, Di Stasio e Calabrese preferiscono Saia Braghetto approda al Cdu. E Officina per l’Italia rientra nel centrodestra
BARSOTTI - FUNERALE LENCI. gottardo
BARSOTTI - FUNERALE LENCI. gottardo

Alla vigilia di Capodanno, un brindisi ad ampio spettro (dallo “sceriffo” Saia all’assessore ancora Pd Colasio). Ieri pomeriggio, pane e salame a casa dell’ex sindaco Settimo Gottardo per i reduci del progetto originale: la “civica delle civiche”, movimento che punta su palazzo Moroni.

È imploso il minimo denominatore comune: l’alternativa al centrosinistra monopolizzato dal Pd e al centrodestra “congelato” da Forza Italia. Fra una riunione e un summit, le Civiche non hanno trovato il candidato sindaco. E giocano le ultime carte per restare al... centro della scena e incidere sul ballottaggio. Ma la serata di confronto non ha sciolto dubbi né risolto contraddizioni.

In un paio di mesi, invece, è maturato l’esodo. Fabio Di Stasio (referente del “civismo” artigiano) e Giovanni Calabrese hanno preferito schierarsi con Saia, che conta sui consisglieri comunali Avruscio, Cavalla e Foresta e sull’ex capogruppo forzista Toniolli.

È lo stesso percorso di Domenico Minasola, esponente dei Cristiani Democratici Uniti ai quali ha aderito l’ex europarlamentare Udc Iles Braghetto protagonista della politica cittadina fin dagli anni ’80.

Un itinerario opposto per l’avvocato Salvatore Frattallone (avvocato del Comitato vittime della criminalità) che insieme a Officina per l’Italia è rientrato, di fatto, nel centrodestra “classico”: Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia.

Sono le conseguenze dell’abboccamento con Francesco Fiore, candidato sindaco di Padova 2020. Prove tecniche di dialogo “trasversale” in via Forcellini, luogo-simbolo di Cl. Indigeribile politicamente per chi ha radici a destra. Di qui la ripresa del lavoro degli sherpa che tengono vivo il rapporto con l’area di Scelta Civica, Udc e Popolari per l’Italia. Così ciò che resta della “civica delle civiche” è di fronte ad un bivio: rappresentare fino in fondo l’anima del “terzo polo” oppure puntare sui candidati sindaci alternativi a Pd e Fi.

Dilemma che riguarda il “civismo” in versione Partito dei Pensionati (incarnato da Maurizio Marcassa), ma anche Adolfo Cappelli dell’Associazione Utenti Auto e il gruppo (da Gianfranco Bardelle fino a Dino Ponchio e Alfredo Giacon) della sigla “Padova sicura, sport e cultura”.

E anche ieri la riflessione dell’attuale coordinamento “civico-popolare” è dovuta ripartire dalla strategia più che dall’aggiornamento tattico del progetto originario. In cantiere un appuntamento programmatico proprio per verificare i margini di manovra. In pista, ancora L’Albero di Roberto Bettuolo, “Siamo tutti cittadini liberi” di Angelo Spano, Popolari per Padova Civica che fa capo al giovane Marco Schiesaro e “Veneto vivo” dell’ex consigliere provinciale Ubaldo Lonardi.

Salvo ulteriori colpi di scena, sempre possibili. Tanto più che il puzzle delle Comunali si intreccia con gli schieramenti delle Europee. E la politica di sempre con il “civismo”.

(e.m.)

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