Imprenditore si toglie la vita in azienda

Il corpo trovato dalla moglie allertata da un operaio che non riusciva a entrare nel deposito. Non ha lasciato messaggi



. Si è suicidato nel capannone della sua ditta, la Italservice di via Spagna, nota azienda che commercializza ricambi per elettrodomestici con sede operativa e magazzino nella zona artigianale di Peraga. Emanuele Vezù, che abitava a Padova, avrebbe compiuto 57 anni il 26 maggio prossimo.

A trovare il corpo è stata la moglie, arrivata in via Spagna in seguito alla chiamata dell’unico dipendente, che l’aveva avvisata di non poter accedere al capannone perché Vezù non gli apriva e non gli rispondeva al telefono, nonostante il Mercedes bianco dell’imprenditore fosse parcheggiato nel piazzale e il cancello carraio fosse aperto.

Anche la moglie, preoccupata, ha provato a chiamarlo, ma il cellulare del marito suonava a vuoto. La donna si è precipitata in azienda e, insieme all’operaio, ha aperto con le chiavi di scorta. Il magazzino era silenzioso, come se all’interno non vi fosse nessuna presenza. La moglie ha chiamato ripetutamente, ma nulla. Poi, seguita dal dipendente, si è spinta fino a metà magazzino e ha avuto la più tragica delle risposte.

L’imprenditore si era impiccato a una scaffalatura meccanica. Sconvolta, la donna ha allertato i soccorsi nella speranza che si potesse fare qualcosa per il marito.

Ma il medico del Suem 118, arrivato in ambulanza, ha solo potuto constatare l’avvenuto decesso e avvisare il 112. Erano le 9 di ieri mattina quando alla Italservice sono intervenuti i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Padova e la pattuglia dei colleghi di Pionca di Vigonza con il comandante Fabrizio Donati. A loro il compito di effettuare i rilievi.

È arrivato anche il pubblico ministero Roberto Piccione. Gli accertamenti hanno richiesto alcune ore per il fatto che l’imprenditore è stato ritrovato con le mani legate e gli investigatori hanno voluto fugare ogni ipotesi di una morte diversa dal suicidio.

La realtà è risultata purtroppo quella drammaticamente evidente e non sussiste nessun dubbio che Vezù abbia scelto di togliersi la vita. L’imprenditore non ha lasciato alcun biglietto per spiegare il suo gesto, né in ditta né a casa, ispezionata dal Nucleo investigativo dell’Arma. Non ha inviato alcun messaggino ai famigliari e neppure agli amici più cari.

Dopo la conclusione dei rilievi la salma dell’imprenditore è stata portata all’obitorio dell’ospedale di Padova a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nel pomeriggio ne è stata comunque disposta la restituzione alla famiglia per le esequie.

Le cause del gesto sono da ricondurre, verosimilmente, allo stato di crisi economica in cui versava l’azienda tanto che Vezù e la moglie, che pure lavora alla Italservice, stavano facendo delle verifiche per vedere se conveniva mantenere ancora quell’enorme magazzino colmo di pezzi di ricambio che restavano invenduti.

La ditta, insomma, andava male, tanto che l’ultimo dipendente non veniva pagato da alcuni mesi mentre un altro era rimasto a casa l’anno scorso.

La sofferenza che aveva ridotto drasticamente il lavoro sarebbe stata causata dalla concorrenza sempre più agguerrita del web. Di fatto l’e-commerce vola mentre le ditte tradizionali stentano ad andare avanti. —

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