In Duomo l’ultimo saluto a Riccardo

MONTEGROTTO TERME. Sarà don Leopoldo Zanon, ex cappellano della comunità parrocchiale di San Pietro Apostolo di Montegrotto, a presiedere alle 10.30 di stamattina, in Duomo, alle esequie di Riccardo Ripollino. Il venticinquenne che abitava in via Risorgimento deceduto lunedì scorso nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Sant’Antonio di Padova per una aplasia midollare. Don Leopoldo nel periodo in cui era viceparroco aveva conosciuto il giovane e tra i due era nata un’amicizia. Stretti alla bara per l’estremo saluto ci saranno la mamma di “Ripo”, Antonella Mengato, l’anziano nonno Elio, gli zii, i cugini tra cui il cantante dei Whitevoices, Marco Mengato, che martedì sera durante un concerto a Rubano gli ha dedicato un brano, e una schiera di amici a partire dai giocatori di pallacanestro della Top Abano sconvolti dalla perdita di quel gigante buono che amava tanto lo sport e la vita. Riccardo, dopo essere stato per circa 9 mesi in Inghilterra a perfezionare il suo inglese, vedeva il suo futuro nel settore termale di Abano e Montegrotto. Aveva partecipato ad un corso di sommelier, ultimamente lavorava all’hotel Igea Suisse di Abano. Era un ragazzo innamorato dello sport, in particolare della pallacanestro. La società lo ricorda così: «Ripo era il “cavallo pazzo” di quello splendido gruppo della Top Abano che nel 2010 vinse il campionato Under 19», afferma il dirigente Valter Zanardi. «Un giocatore dotato di grande fisicità che esprimeva la sua voglia e la sua gioia galoppando per il campo con quelle lunghe leve che si ritrovava. Simpatico, burlone, uno che per far divertire il gruppo in allenamento rischiava spesso il calcio nel didietro da parte del coach o la tirata della sua zazzera bionda. Per lui il risultato sportivo veniva dopo il divertimento». Al ricordo del dirigente della Top si unisce quello della Fip di Padova. I familiari vogliono che il ricordo del loro congiunto viva anche nell’associazione R.C.V., onlus che raccoglie fondi per la ricerca contro le malattie oncoematologiche. Per questo non chiedono fiori ma donazioni in favore dell’associazione.
Gianni Biasetto
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova