In fila per coltivare melanzane e il Comune moltiplica gli orti

Quasi 700 assegnatari, centinaia di famiglie in attesa, tre nuovi spazi quasi pronti Nel nuovo regolamento previsti anche terreni didattici, condivisi e terapeutici
CADONI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MONDORTO A MONTA'
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Adesso si fa sul serio. E non che fino ad oggi sia stato uno scherzo, questo prendersi cura di 30 metri quadri di terra per “giocare” a fare i piccoli agricoltori. Ma il successo degli orti urbani è tale che il Comune ha dovuto introdurre nuovi livelli a questo gioco, prendendo atto che far crescere pomodori e zucchine muove un mondo, con ricadute positive per la socialità, per la cultura, per la sensibilità ambientale, per la salute. Da questi presupposti è nato il nuovo regolamento per gli orti urbani. Diciotto pagine, già approvate dal consiglio, che definiscono le nuove norme di accesso e di gestione degli appezzamenti e che introducono nuove tipologie di orti, costruite su misure per un’utenza sempre più varia e più vasta. Così tornano gli orti sociali, per i pensionati (over 60), e nascono gli orti didattici, interamente destinati alle scuole; e gli orti terapeutici, per le esperienze di ortoterapia e per l’inclusione; e gli orti condivisi, che in parte ci sono già, e che esaltano il lavoro collettivo.

i numeri del fenomeno

Oggi gli orti comunali sono 674, divisi in 17 nuclei, in ogni zona della città. «Contiamo di realizzarne altri tre nel 2020», spiega l’assessore all’Ambiente Chiara Gallani. «Avremo così 20 nuclei e 738 lotti». Un totale di 56 mila metri quadri di terra destinata all’agricoltura urbana. In sette anni, cioè da quando è stato accantonato il modello degli orti sociali, il boom è stato incredibile, basti pensare che ci sono quasi trecento famiglie in attesa di un pezzo di terra da coltivare. Che poi, appunto, la coltivazione è solo una parte del movimento: il resto è incontro, comunità, condivisione, scambio.

le novità

Il nuovo regolamento cambia un po’ di regole pratiche. Le assegnazioni diventano triennali, ma con rinnovi possibili fino a 12 anni. La lista d’attesa esistente sarà azzerata e si ripartirà con nuove richieste e nuovi punteggi. Arrivano poi altre tipologie di orti, che aprono le porte a scuole, associazioni, istituti, enti e gruppi di persone. Tra le novità anche la possibilità che a prendere un orto siano due famiglie insieme, il che consente di dividere i carichi di lavoro.

solo bio

Ancora più stringente, nel nuovo regolamento, l’obbligo di coltivare senza l’uso di erbicidi di qualsiasi tipo. Per chi trasgredisce, c’è la revoca della concessione. Anche la mancata pulizia dei lotti e delle parti comuni possono essere motivo di revoca. Nel documento si conferma la figura del capo orto, ma si suddividono le responsabilità delle scelte fra l’assemblea dei concessionari e il comitato di gestione. «Ci spostiamo sempre di più su progetti di integrazione e di inclusione sociale che sono basati sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle diversità e sulla crescita ella consapevolezza ambientale», conclude l’assessore Gallani. —

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