In lista a loro insaputa Moduli vidimati dal dem Giacomini
CADONEGHE. Rivelato il nome di chi ha vidimato la candidatura della coppia di coniugi di Cadoneghe, che asseriscono di non aver avuto chiaro di firmare per candidarsi in una lista di centro, in appoggio al sindaco uscente Michele Schiavo. I moduli sono stati raccolti da Pierantonio Maschi, capolista nella civica, ma vidimati, in qualità di pubblico ufficiale, dal consigliere comunale del Partito Democratico, Fabio Giacomini.
«La verità su questa ignobile vicenda sta finalmente venendo fuori», dichiara il candidato sindaco di centrodestra, Marco Schiesaro. «Avremmo preferito saperla dal sindaco Schiavo, che non solo non ha mai preso le distanze dai responsabili, ma addirittura li ha difesi, sostenendo che non vi fosse nessuna irregolarità. Adesso conosciamo il perché delle sue bugie: dietro quella che per noi è una vera e propria truffa ai danni di due persone anziane c'era la manina del Pd. Al di là di come finirà l'indagine aperta dalla magistratura sulle gravissime ipotesi di reato, Cadoneghe non può permettersi di essere amministrata da una classe politica capace di azioni simili».
In Procura è stato aperto un fascicolo per il reato che il sostituto procuratore Daniela Randolo ha ipotizzato essere di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, al momento a carico di ignoti. I due coniugi hanno sempre sostenuto che a casa loro si era presentato soltanto Maschi a raccogliere le firme (lui non è più consigliere comunale, pertanto non è un pubblico ufficiale), mentre ci dovrebbe essere stato anche Fabio Giacomini a vidimare, visto che è suo il nome apposto sul documento di autenticazione delle firme apposte dai due coniugi sui moduli.
Dovrebbe: il nodo è tutto qui. «Posso dire con certezza che tutte le firme sono state raccolte da un delegato Pd», replica il sindaco e candidato Michele Schiavo. «La vidimazione delle firme viene effettuata in tempo reale. Questa è la norma, che deve essere rispettata». Sulla questione Maschi commenta soltanto: «Non mi pronuncio sino alla fine di questa vicenda. Se ho sbagliato, pagherò: se qualcuno mi ha diffamato, sarà lui a pagare». CRI.S.
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