In pensione dopo 62 anni chiude il barbiere Angelo

Ha iniziato all’età di 12 anni: a 74 ha ricevuto la medaglia d’oro degli artigiani: «Qui la mia bottega è rimasta aperta per quasi mezzo secolo»

SACRA FAMIGLIA. «Angelo chiude per cessata attività, ed augura a tutti buon Natale». È l’ultimo saluto, sulla vetrina del suo negozio, del barbiere della Sacra Famiglia, Angelo Zanardo. Va in pensione dopo 62 anni, di cui 46 passati lì, in via Cernaia, a pochi metri dalla chiesa del quartiere. Ha lavorato fino al 24 dicembre, e fino al momento di chiusura è stato un viavai di clienti che arrivavano per l’ultimo taglio, prima di dover cercare un sostituto, o più semplicemente per un saluto e un augurio. «Oggi ho 74 anni» racconta il signor Zanardo «ho iniziato il mestiere a 12. Non che all’epoca avessi particolare passione: finite le elementari, mia madre disse che era ora di cercare un lavoretto, e per me che ero gracilino pensò che questo fosse un buon mestiere. “Almeno stai al caldo”, diceva. E devo dire che, nel tempo, mi ha dato soddisfazione: ho tanti clienti affezionati che ormai sono amici, e in molti sono venuti a portare un saluto».

Nato a Mezzavia, in provincia di Padova, ha iniziato a lavorare in Riviera San Benedetto, dov’è rimasto per cinque anni, e poi in via Savonarola, per altri nove. «Ho frequentato la vecchia scuola» scherza «cioè quella in bottega. E sono stato fortunato, perché ho avuto un bravo maestro». Il suo negozio l’ha aperto 46 anni fa, e poi non si è più spostato: «all’inizio qui c’ero solo io» racconta il barbiere. La sua è stata una vita di piccole gioie e grandi sacrifici, che racconta con il sorriso dei semplici: «Da ragazzo mi vergognavo ad andare in chiesa, perché quando mi inginocchiavo per pregare si vedevano i buchi sotto le scarpe. E mia madre metteva un cartoncino, dentro, perché si notassero meno. Oggi di scarpe ne ho una decina e mi sento un pascià».

Tra i suoi affezionati c’è anche qualche autorità cittadina, ma c’è un solo nome che vuole ricordare: «il dottor Croato, un foniatra di fama internazionale. La mia bambina è nata con il palato aperto e aveva bisogno di un’operazione molto costosa, ma quando gli chiesi quanto gli dovevo, mi disse “pagherà chi ha più di lei”. Poi è diventato mio cliente, per vent’anni».

Da barbiere non si è mai allontanato dalla tradizione: «la mia specialità, quando si portava, era il taglio a spazzola» spiega «ma in generale sono sempre stato per il classico». Oggi il mestiere è molto cambiato, e anzi i barbiere veri e propri sono ormai in via di estinzione. Il cambiamento, però, a detta di Angelo è positivo: «I ragazzi hanno dato più rispettabilità a un mestiere che in origine era molto umile» sostiene «si fanno pagare di più e fanno bene. Sono anche più formati: a Padova del resto è nata la prima scuola d’Italia, negli anni ’70. Per qualche tempo sono stato maestro». Con la pensione, ora, è arrivato anche un premio alla carriera: una medaglia d’oro, omaggio degli artigiani padovani.

 

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