In treno si fece buio. Lui disse: «Sembra di essere in una tomba»

Non rimarrà una battuta quella che Francesco Ferdinando, sul treno con cui inizia il viaggio fatale verso Sarajevo, rivolge al suo segretario Paul Nikitisch-Boulles: «Sembra di essere in una tomba, vero?». A ispirargliela è la situazione in cui si trova poco dopo essere salito a bordo dell’apposita carrozza-salone, sul convoglio che muove dalla stazione di Chlumetz in Boemia, assieme alla moglie Sophie. Gli assali del vagone si sono surriscaldati. Così, la coppia deve trasferirsi in un comune scompartimento di prima classe; l’arciduca la prende in ridere: «Sembra che questo viaggio abbia un inizio molto promettente». Giunti alla stazione sud di Vienna, Francesco Ferdinando e Sophie si trasferiscono su un altro convoglio. Ma a causa di un guasto all’impianto elettrico si devono accendere delle candele. È in quel momento che l’arciduca butta lì il discorso della tomba. Dopo l’attentato, i corpi saranno esposti nella camera ardente allestita nel municipio di Sarajevo prima di essere
imbarcati sulla Viribus Unitis per raggiungere Trieste.
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