«Incarichi di lavoro alla compagna»: a processo ex funzionario della Provincia di Padova

PADOVA Da funzionario della Provincia favoriva la compagna conferendole incarichi per oltre trentamila euro. Ne è convinta la Procura di Padova che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio continuato in concorso, per Egidio Sette, 65 anni responsabile del Servizio manutenzioni del settore Viabilità della Provincia, e per la geometra Maria Grazia Cardin, 58 anni.
I due, difesi rispettivamente dagli avvocati Alberto Impellizzeri e Barbara Mariano, respingono le accuse pronti a dimostrare la loro innocenza al processo che si aprirà il prossimo undici novembre.
La vicenda viene alla luce in seguito ad una segnalazione da parte di un dipendente di Palazzo Santo Stefano all’Autorità nazionale Anticorruzione all’epoca guidata dal magistrato Raffaele Cantone. Da Roma viene quindi informata sia la Provincia, che apre un procedimento disciplinare nei confronti di Sette, che la Procura e se ne occupa il sostituto Sergio Dini.
Nel mirino del magistrato finiscono in particolare tre affidamenti: il primo del 7 ottobre 2014 per 8.451 euro; il secondo del 9 dicembre 2015 per 4.970 euro e il terzo del 12 dicembre 2017 per 19.824 euro. Dunque tre incarichi di asfaltature stradali per complessivi 33.245 euro in tre anni.
La Procura formalizza dunque nei loro confronti l’accusa di concorso in abuso d’ufficio continuato perché «Egidio Sette, nella sua veste e funzione di responsabile del servizio Manutenzioni del settore Viabilità della Provincia (e dunque quale pubblico ufficiale) ometteva di astenersi pur in presenza di un interesse della convivente Maria Grazia Gardin e e procedeva a conferire alla stessa tre incarichi con procedura di affidamento diretto». Giovedì scorso, al termine dell’udienza preliminare, il giudice Margherita Brunello ha disposto per entrambi il rinvio a giudizio e il processo si aprirà il prossimo 11 novembre.
Sia Sette, che è andato in pensione alla fine dell’anno scorso, che la Cardin respingono però al mittente tutte le accuse. «Va detto», spiega l’avvocato Barbara Mariano, «che già nel 2019 la stessa Provincia ha archiviato il procedimento disciplinare aperto nei confronti di Egidio Sette. E questo perché è pacifico che l’incarico non è stato firmato da Egidio Sette ma dal dirigente. E credo abbia un valore il fatto che la stessa Provincia abbia deciso di non costituirsi parte civile».
E nel corso del processo le difese, che hanno preferito non percorrere la strada dell’abbreviato, sono convinte di poter dimostrare che non ci sono state interferenze da parte di alcuno nell’assegnazione dei tre incarichi alla Cardin. «Siamo fiduciosi di poter dimostrare l’inconsistenza di tutte le accuse», afferma l’avvocato Impellizzeri che rappresenta Sette.
L’accusa, formulata dalla Procura, è però di quelle pesanti: infatti, salvo che il fatto contestato non costituisca un reato più grave, rischia una pena da uno a quattro anni il pubblico ufficiale che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale.
Ma proprio il fatto che la stessa Provincia abbia deciso di archiviare dal punto di vista disciplinare le accuse nei confronti del suo funzionario, per la difesa dei due imputati, dovrebbe rappresentare un elemento chiave per poter ottenere una piena assoluzione al termine del processo che si aprirà il prossimo 11 novembre.
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