Incendio all'Arcella, l’Arpav rassicura: nessun pericolo

I primi accertamenti con strumenti portatili escludono rischi per il fumo nero sprigionato dal rogo del deposito di camper in via Annibale da Bassano. Cessata l'allerta anche per le verdure dell’orto

PADOVA. Alle dieci di mattina del giorno dopo, sul cavalcaferrovia Camerini, è tutto un via vai di curiosi, con telefonini in mano, che immortalano il "day after" del gigantesco incendio ,che ieri pomeriggio ha mandato in fumo il capannone della famiglia Levante, dove sono andati distrutti minimo trenta camper, custoditi a pagamento.

Gli eredi del “vecchio leone” della politica ambientalista dell’Arcella, Mario Levante, inventore, negli anni ’60, del camper "Graziella", che poteva essere trainato anche dalla ‘500 e dalla ‘600, confermano che l’area andata in fumo era assicurata e che, comunque, anche i proprietari dei singoli camper, tra cui tante Laika, erano coperti dall’assicurazione.

Buone notizie per i residenti, che abitano sia nel limitrofo Tronco Morto (vie Istria, Albona, Traù, Monticano, Rettrone) e sia nelle vie che, nel rione Santissima Trinità, si trovano intorno alla scuola elementare Muratori, dove, dal lunedì al venerdì, sono ancora aperti i centri estivi (vie Curzola, Dignano, Zara, Arbe, Lussino, Brioni, Bernardi ). I tecnici dell’Arpav hanno già confermato che sui tetti del capannone non c’erano le tegole in cemento- amianto, ma queste erano rivestite solo da una valanga di pannelli in vetro resina.

“Quindi nessun rischio per la salute dei residenti e nessun problema neppure per le insalate ed i pomodori coltivati negli orti e giardini”, osserva un tecnico dell’Arpav.  "Sino a questo momento non abbiamo individuato nessuna traccia di diossina anche perché la grande nube nera si è dispersa in alto nel cielo e si è subito allontanata dalle case limitrofe perché il vento di ieri sera l’ha spinta lontano verso est. Era presente solo un po’ di ossido di carbonio in più. Comunque, per precauzione, abbiamo installato in zona già 5 centraline per monitorare la qualità dell’aria“.

Le prime analisi subito dopo l'incendio. Secondo le prime analisi, l’incendio divampato ieri sera in zona Arcella non ha rilasciato alti livelli di gas tossici nell’aria. I fumi si sono propagati verso l’alto e non verso il quartiere residenziale. I tecnici dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale del Veneto sono stati presenti sul posto durante l’incendio e anche per tutta la notte per rilevare l’eventuale presenza di sostanze pericolose per la salute rilasciate dalla combustione. Le prime analisi sono state fatte con strumenti portatili: il test con le fiale colorimetriche e il test con gli analizzatori automatici. Dai risultati, emersi dopo circa un’ora dall’inizio dell’incendio, non risultano valori significativi di sostanze aerodisperse, quindi gas, ad eccezione dell’ossido di carbonio. Ulteriori analisi sono servite per vedere se sono stati liberati altri inquinanti, come la diossina.

La diossina è una sostanza cancerogena, tossica, persistenze e non facilmente biodegradabile. Anche la diossina può essere prodotta da particolari processi di combustione, che in genere coinvolgono le plastiche. In questo caso i camper erano composti da diversi materiali plastici, ma per saperne di più bisognerà aspettare fino a lunedì, quando arriveranno i risultati delle analisi più approfondite. Durante l’incendio, il personale della Protezione Civile, parlando al megafono, ha informato i residenti sulla necessità di chiudere le finestre. Oltre a questa precauzione l'altro suggerimento dato subito dopo il rogo era di evitare di raccogliere e consumare ortaggi, frutta e aromi dai giardini, dagli orti o dalle terrazze della zona. La cenere e le sostanze tossiche infatti potrebbero essersi depositate sulla superficie. Un suggerimento che pare essere superato dalle nuove analisi.

Carlo Emanuele Pepe, direttore generale dell’Arpav Veneto dichiara: «Visti i quantitativi di fumi liberati e le caratteristiche dell’incendio abbiamo allertato anche la pronta disponibilità dei nostri colleghi di Venezia, oltre quelli di Padova, per raddoppiare le forze sul campo. Sin da subito abbiamo effettuato i primi test, per quanto riguarda la presenza di diossine o altre sostanze tossiche bisognerà attendere tre giorni. Le persone sono state evacuate per precauzione, ma dopo che l’allarme è rientrato, hanno potuto accedere alle loro abitazioni. Il fatto che i fumi dell’incendio si siano propagati verso l’alto e non verso l’interno del quartiere Arcella è stato determinante».

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