Inchiesta Pantano Interrogato dal pm il sindaco Salvò
Faccia a faccia tra il sindaco di Villafranca Luciano Salvò (assistito dalla penalista Alessia Clementi) e il pm Federica Baccaglini, titolare dell’inchiesta sulla gestione inquinata degli appalti pubblici, più nota come operazione Pantano. È stato il primo cittadino di Villafranca a sollecitare l’appuntamento in procura a quasi due mesi dal blitz che aveva aperto le porte del carcere con l’accusa di associazione a delinquere per tre imprenditori (Manuel Marcon e Roberto Unizzi di Curtarolo con il collega Andrea Caporello di Padova), mentre erano stati disposti gli arresti domiciliari per cinque pubblici funzionari. Altri sono stati destinatari di un avviso di garanzia, come Salvò per il reato (ipotizzato) di concorso in turbativa d’asta. E non nella sua qualità di sindaco, bensì di vicepresidente di Interporto Padova spa. Nel mirino la gara d’appalto (per un importo base di 84.500 euro) indetta nel 2012 da Interporto spa per l’affidamento dei lavori relativi alla tinteggiatura esterna del fabbricato corrieri di via Panama. Gara che si aggiudicò la ditta "Global restauri" di Andrea Caporello. Durante l’inchiesta gli investigatori intercettarono alcune conversazioni telefoniche tra Manuel Marcon e Salvò, ex assessore all’Edilizia scolastica in Provincia nella giunta Casarin. Poi l’appalto è stato conquistato da Caporello, componente del terzetto Marcon-Unizzi-Caporello che contattavano esponenti della pubblica amministrazione e si scambiavano gli appalti. Salvò ha raccontato di aver conosciuto Marcon all'epoca in cui era amministratore provinciale, tuttavia non avrebbe mai avuto contatti di lavoro. E Caporello? Mai sentito nominare. E quelle telefonate con Marcon? Mai parlato della gara “sospetta”. Gara gestita dall’ufficio tecnico di Interporto spa. Salvò, consigliere di Interporto dal 2002, dal 2008 è uno dei due vicepresidenti ma al contrario del collega – ha precisato – senza alcuna delega e senza poteri vicari. Insomma non ha modo di conoscere lo svolgimento di gare né di interferire nell’esito. «Partecipo al consiglio di amministrazione e basta. Anzi, partecipavo perché ho ritenuto opportuno autosospendermi dopo l’avviso di garanzia» ha insistito. Intanto mentre è stato scarcerato il funzionario della Provincia Massimiliano Berto di Noale, è ancora ai domiciliari il collega Nazario Borina di Noventa Padovana. (cri.gen.)
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