Inchieste e ricorsi per i lavori dell’Enel
Cte con sede ad Abano impugna davanti al Tar l’assegnazione a Psc–Coigen e segnala in procura un documento sospetto

ESTE. È finita al centro di un doppio contenzioso – un processo amministrativo e un’inchiesta penale – l’assegnazione dell’appalto Triveneto Sud per la gestione dell’intera rete elettrica (500 mila utenze e lavori dal contatore al traliccio, tutti i guasti comprese le emergenze) nelle tre province venete di Padova, Venezia e Rovigo, valore 70 milioni di euro. Appalto (durata due anni più uno) che, lo scorso aprile, Enel ha assegnato al Raggruppamento temporaneo d’impresa formato da Psc Spa (sede a Maratea in provincia di Potenza) e da Coigen Srl (uffici a Este), presentatore dell’offerta più conveniente pari a 54,5 milioni di euro, ben 14 milioni di euro in meno rispetto alla proposta della concorrenza. Concorrenza esclusa con un’offerta di 68,8 milioni ma pronta a dare battaglia visto che, negli ultimi quattro anni, aveva lavorato con Enel e contava di proseguire la collaborazione.
Il penale.
Lo scorso settembre a presentare una denuncia al gruppo della Guardia di finanza di Padova è Paolo Pescarin, presidente Consorzio Triveneto Energia (uffici ad Abano Terme) formato da Simet di Albignasego, ditta Pettenon di Cittadella e Itel di Limena, in associazione temporanea con le società Tecnoelectra srl di Camposampiero, e Reka Servizi di Pasian di Prato (Udine). Sotto accusa, il certificato carichi pendenti dell’Anagrafe tributaria che viene preteso nelle gare per gli appalti pubblici e rivela i debiti con il fisco. Certificato che, nella gara per il lotto Triveneto Sud, era stato presentato dal legale rappresentante di Coigen, Nicola Giro: il documento nel fascicolo della gara svela un debito lieve con il fisco italiano, quello rilasciato dall’Agenzia delle Entrate di Este al Consorzio Triveneto Energia – in base a un legittimo accesso agli atti – registra invece 4 pendenze per un ammontare di oltre 600 mila euro. Eppure il documento ha sempre la stessa l’intestazione (Agenzia delle Entrate), la stessa data (20 dicembre 2016) e pure identico numero di protocollo. Dopo alcuni accertamenti le Fiamme gialle hanno trasmesso un rapporto in procura ipotizzando la turbativa d’asta. E il procuratore capo di Padova, Matteo Stuccilli, ha trasmesso ai colleghi di Roma il fascicolo stralciando la parte relativa al documento falsificato. Anche l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Este, all’epoca Massimo Andemo, è stato interrogato: avrebbe confermato che il certificato con la pendenza più lieve sarebbe un falso. Il grosso dell’inchiesta (se inchiesta ci sarà) è stato spedito nella capitale; il resto è rimasto a Padova.
Il processo amministrativo.
Nel frattempo il Consorzio Triveneto Energia ha impugnato l’assegnazione dell’appalto davanti al Tar del Lazio, lamentando vizi amministrativi senza trascurare di ricordare le ipotesi di turbativa d’asta e falso in atto pubblico. Obiettivo: ottenere in via immediata la sospensiva (il congelamento dell’assegnazione) e, nel merito, la revoca dell’appalto. Ogni decisione è rinviata a gennaio.
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