Industriali in banca I padovani comprano il Banco Tre Venezie

Pochi erano disposti a scommettere sul buon esito dell’iniziativa: una nuova banca, in città, decollata nel pieno della peggiore crisi finanziaria dal dopoguerra ad oggi, sembrava destinata ad un veloce fallimento. E invece il Banco delle Tre Venezie ha superato il difficile periodo di start-up e oggi quegli imprenditori che ci hanno creduto, in gran parte padovani, possono essere soddisfatti. E con la chiusura del bilancio 2012 riceveranno anche qualche soddisfazione in termini di remunerazione del capitale investito.
Una piccola banca, atipica, di nicchia, non tradizionale e senza sportelli al pubblico, che ha iniziato l’attività a fine 2008 con un target ben preciso: la piccola-media azienda veneta con un fatturato tra i 10 e i 50 milioni di euro. I clienti oggi sono 800, ai quali sono stati erogati 160 milioni di euro e dai quali sono stati raccolti 190 milioni. Un’attività di banca “private” al servizio cioè di una clientela con ingenti patrimoni da gestire e alla quale fornire molta consulenza. «Noi non facciamo banca retail, non siamo banca di transazioni, ma di relazioni che ha nel socio la figura centrale, privilegiata», spiega Francesco Cervetti, presidente del Banco, cinquant’anni di attività creditizia alle spalle in Veneto, fino a diventare direttore generale di Carive.
I soci oggi sono 111, saliranno a 145 nel luglio del 2013 quando sarà convertito il prestito obbligazionario triennale convertendo di 18,261 milioni di euro, interamente sottoscritto, che porterà il capitale sociale del Banco a 44,638 milioni.
L’istituto è governato da un patto di sindacato che comprende due soci istituzionali fondatori (il Banco Espirito Santo di Lisbona e Cassa risparmio di Cento) e otto industriali veneti: insieme detengono il 53% del capitale sociale. Presidente del patto è il padovano Carlo Sabattini (GVS industrie Srl). Espirito Santo e Caricento controllano rispettivamente il 20 e il 10% del Banco. Recentemente è entrata nel capitale anche un’altra finanziaria del gruppo Espirito Santo, la Esfil che ha rilevato una quota del 3,8% parcheggiata per breve tempo in Caricento, oggi una delle poche Casse rimaste completamente autonome e che ha un secolo e mezzo di storia. Quel pacchetto faceva capo fin dalla fondazione del Banco a Classica, altra società padovana promossa da ex manager di matrice Antonveneta.
Il restante 66% del capitale del Banco delle Tre Venezie è detenuto da 106 imprenditori veneti, il 38,860% da padovani che hanno deciso così di ricomprarsi una banca dopo il fallimento della Popolare di Garanzia dalla quale peraltro erano rimasti estranei. Ci sono nomi noti: da Francesco Canella (supermercati Alì) a Silvano Carraro (gruppo Morellato Spa), da Antonio Tommasini (centro Tom) a Giancarlo Zacchello (ex presidente Unidustria e Porto Venezia).
Uscite dal controllo locale le storiche banche Antonveneta e Cariparo, travolti dalla crisi e dalle perdite gli istituti di credito cooperativo, gli industriali hanno deciso di fare in proprio. La struttura ha sede in via Belzoni nel cinquecentesco palazzo Gaudio, ex Pisani, è diretta da Fabrizio Tofanelli (ex Pop Verona e Veneto Banca), ha 26 dipendenti di alto profilo specialistico mentre l’attività di back-office è gestita in toto da Caricento.
I bilanci dei primi due anni hanno chiuso con perdite complessive attorno ai 2 milioni di euro, generate sia da accantonamenti per rischio credito di 661 mila euro sia, soprattutto - spiega Cervetti - dalle svalutazioni a prezzo di mercato del portafoglio titoli composto da 60 milioni di titoli a scadenza non oltre il 2016, massimo rating con prezzo medio di carico a 96,68.
«Anche il 2011 ha chiuso con una lieve perdita, nonostante la pura gestione abbia assicurato un utile di 1 milione di euro», afferma Tofanelli. Ma per il 2012 si attendono incrementi tra impieghi e raccolta nell’ordine del 25% e un utile, aggiunge il presidente, di 1,3 milioni di euro. «Si sentiranno gli effetti positivi generati anche dall’apertura della filiale di Treviso, da poco inaugurata - aggiunge Cervetti -. Il nostro piano industriale , molto prudente, prevede poi l’apertura di altre tre filiali entro il 2015, cominciando da Venezia nel 2013, per garantire un’adeguata copertura regionale».
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