Insolvenza, assolto Walter Merlo
CAMPODARSEGO. Assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di insolvenza fraudolenta. È riuscito a dimostrare di non aver avuto condotte scorrette Walter Merlo, 52 anni, difeso dall’avvocato Domenico Zanon. Il giudice Claudio Elampini non ha avuto dubbi sulla correttezza dell’imputato. La vicenda si colloca all’interno di un contenzioso tra la Merlo Costruzioni srl di Borgoricco (fallita nel dicembre 2012) e la ditta trevigiana Cav. Cestaro Gustavo di Preganziol. Travolta dalla crisi, la Merlo Costruzioni, non era più riuscita a far fronte agli impegni economici assunti. È accaduto a tanti nel settore edile dove il massacro è stato totale. Ma la ditta di Preganziol non s’è accontentata di dare (legittima) battaglia sul piano civile, ottenendo un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo (per 113.000 euro) contro il quale il destinatario (Merlo spa) non si è mai opposto (in questo caso il provvedimento corrisponde a una sentenza civile passata in giudicato). E non s’è neppure accontentata di aver (legittimamente) ottenuto la possibilità di insinuarsi nella procedura fallimentare. La ditta trevigiana ha presentato una denuncia lamentando che l’impresa Merlo aveva ottenuto una serie di forniture tra l’ottobre 2011 e l’aprile 2012 per un valore di 113.000 euro. Senza saldare il conto.
Il pm Ferrero aveva aperto un’inchiesta e nel registro degli indagati era finito per l’appunto il legale rappresentante della Merlo, Walter Merlo di Borgoricco. Nelle conclusioni il difensore fa alcune considerazioni evidentemente condivise dal giudice. «Non vi è stata nessuna insolvenza fraudolenta. Siamo di fronte credo, ad un caso di scuola unico. Non ricordo una società di queste dimensioni fallita senza che gli amministratori rispondano di reati concorsuali. Ci sarà dunque un motivo. Erano una delle aziende più solide e corrette del settore. Avevano centinaia di dipendenti. Gli amministratori hanno provato a salvarla con tutta la loro passione e il loro patrimonio. Inutilmente. Dispiace che qualche creditore abbia ritenuto più utile il fallimento del concordato. Non vi era alcun presupposto per il quale un fornitore, su migliaia, abbia temerariamente proposto la querela per insolvenza nei confronti di un socio amministratore. Come si fa a sostenere un’accusa infamante dopo aver comunicato il 13 aprile 2012 il blocco delle forniture ai cantieri, poi invece proseguite fino al 10 maggio successivo?»
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