Intascò i soldi della scuola preside patteggia 22 mesi
L’ ex dirigente dell’istituto comprensivo Pierobon si appropriò di 58 mila euro I soldi erano stati erogati dal Comune di Cittadella per corsi sportivi mai svolti

CITTADELLA. Davanti al gup di Padova, Cristina Cavaggion, ha patteggiato un anno e 10 mesi con la sospensione condizionale della pena, chiudendo così il conto con la giustizia l'ex dirigente dell’istituto comprensivo “Pierobon” di Cittadella, Marina Zanon, 58 anni, residente a San Giorgio in Bosco, accusata di malversazione ai danni dello Stato, abuso d'ufficio e falso materiale in atti pubblici. Udienza rinviata a gennaio per il figlio Nicola Doro, 28 anni residente a Campo San Martino, chiamato a rispondere del concorso negli stessi reati: il giovane ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato, rito alternativo che (come il patteggiamento) prevede lo sconto di pena per legge.
Secondo quanto emerso dall’indagine – avviata in seguito a un esposto proveniente dal mondo della scuola e coordinata dal pm Sergio Dini – la dirigente si sarebbe appropriata di 58 mila euro «di cui 42.760 euro attraverso prelievi di contanti, effettuati dal conto corrente dell'Associazione Promosport
(presieduta dal figlio)
e non destinati allo svolgimento di attività ginnico-sportive, e 16 mila utilizzati per spese di carattere esclusivamente personale... l'acquisto di un divano, di una lavastoviglie, di un'automobile, la tinteggiatura dell'abitazione e il pagamento di polizze assicurative». Promosport aveva ricevuto 140 mila euro di contributi erogati dal Comune. L’obiettivo? Organizzare corsi di psicomotricità e attività motorie per bambini nelle scuole cittadellesi, tra le quali la scuola “Pierobon” affidata alla preside-mamma che risultava amministratrice di fatto di Promosport, ma anche al vertice dell'istituto e coordinatrice dei corsi organizzati dal figlio. Nel gennaio 2016 la Guardia di Finanza, quando si era presentata a perquisire la sua abitazione, aveva notificato l’avviso di garanzia alla preside. E in quell’occasione lei si era giustificata, negando ogni contestazione, in particolare smentendo di essersi intascata danaro. Successivamente si era integralmente assunta ogni responsabilità, scagionando il figlio: «Ho fatto tutto io, mio figlio non sapeva nulla di come spendevo quei soldi».
L'abuso d'ufficio è stato contestato in quanto Zanon avrebbe approfittato della propria posizione per ottenere i fondi, la malversazione per aver utilizzato in modo illecito il danaro pubblico e il falso per il "taroccamento" di dati contabili. Trasferita come dirigente all’istituto comprensivo di Lendinara in provincia di Rovigo, da quest’anno è in pensione.
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