Ecco l’invaso Anconetta: salverà la Bassa dalle alluvioni, affidati i lavori
Può contenere due milioni di metri cubi di acqua e costerà quasi 10 milioni euro: ruspe in azione a partire da ottobre. L’opera idraulica da 140 ettari interessa il fiume Agno-Guà-Santa Caterina

Un invaso per difendere la Bassa Padovana dal rischio di inondazioni dei fiumi: al via da ottobre il cantiere da 10 milioni di euro.
La Regione del Veneto ha affidato i lavori per l’invaso “Anconetta”, un’opera idraulica importante che interessa il fiume Agno-Guà-Santa Caterina e che si inserisce nel piano delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico della Regione, finanziate in parte dalla stessa Regione e con risorse nazionali.
L’opera
L’opera, inserita tra quelle prioritari per la mitigazione del rischio idraulico nella Bassa Padovana, prevede la riattivazione del bacino Anconetta, che occupa un’area di circa 140 ettari, da utilizzare come cassa di laminazione, con l’alimentazione anche da un nuovo manufatto di derivazione sul canale Gorzone.
In parallelo, è prevista la realizzazione di un nuovo manufatto di derivazione dal Fratta-Gorzone e di potenziamento della botte a sifone Tre Canne, di un nuovo scarico nell’idrovora Anconetta e di sfioro di emergenza. Il volume massimo che potrà contenere l’invaso è di circa 2 milioni di metri cubi e i lavori dovrebbero partire entro ottobre per essere terminati alla fine del 2026.
In parole semplici: quando piove molto, i fiumi della Bassa padovana, come il Gorzone, rischiano di non contenere tutta l’acqua e possono esondare, causando danni a case, campi e strade. L’area del bacino Anconetta verrà usata come una vasca molto ampia capace di raccogliere l’acqua in eccesso per evitare allagamenti.
Il Gorzone, in particolare, è un canale che in passato ha messo in difficoltà molti comuni della zona, soprattutto quando le piogge intense lo gonfiano troppo in fretta e interventi come questi servono a prevenire disastri prima che accadano.
L’assessore Bottacin
«Grazie a questo intervento» spiega l’assessore regionale alla difesa del suolo, Gianpaolo Bottacin «sarà possibile ridurre il rischio idraulico legato ad eventuali rotture arginali, con benefici che si registreranno in modo particolare nel tratto del Gorzone a monte della botte a sifone Tre Canne e nella confluenza con il canale Santa Caterina» aggiunge Bottacin. «Si tratta di un ulteriore tassello nel grande piano di mitigazione del rischio idrogeologico di cui si è dotata la Regione del Veneto che prevede la realizzazione di bacini di laminazione ma anche e soprattutto la realizzazione di moltissime altre opere che passano inosservate ma che sono fondamentali per garantire la sicurezza dei cittadini, come ad esempio il consolidamento e il rialzo degli argini, le briglie in montagna e molto altro. Opere che hanno già dato dimostrazione di efficacia visto che negli ultimi anni si sono ripetuti eventi meteo più rilevanti rispetto a quanto accaduto nel 2010 ma con effetti al suolo decisamente meno impattanti. Siamo sulla buona strada» conclude l’assessore «ma bisogna continuare in questa direzione». —
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