«Io ho riscosso seimila euro il vero scoglio è la burocrazia»

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«Ho preso in tutto 6 mila euro, ma senza ricorrere al credito ora forse la mia impresa sarebbe chiusa». A dirlo è Nicola Bertin, titolare di Ehr, società che si occupa di ricerca del personale, e presidente del raggruppamento servizi e sviluppo di Ascom Padova. «Quel primo supporto finanziario è stato di certo una cosa positiva, ma non è stato scontato ottenerlo» ricorda Bertin. «Di fatto io ad aprile 2020 avevo chiuso i battenti per tutto il mese e avevo fatturato zero euro. Ma il mio commercialista era preoccupatissimo e non voleva farmi la pratica di richiesta del ristoro, diceva che era complicatissimo e che non si fidava. Io però ho insistito, non ho nulla da nascondere, e lui si è attivato. Racconto questa vicenda perché quello che è capitato a me è capitato anche a un sacco di altri colleghi e imprenditori che hanno vissuto lo scoglio burocratico dei ristori come un problema complesso e addirittura insormontabile».

E se anche nel settore dei servizi innovativi le richieste di ristoro sono state probabilmente inferiori alle potenzialità, pure chi ha ottenuto qualche soddisfazione economica fatica a dichiararsi soddisfatto. «Al di là della complessità bizantina per compilare la richiesta di ristoro» continua l’imprenditore «non posso certo dirmi felice, né personalmente né come rappresentante di una categoria strategica per il funzionamento dell’economia di un territorio complesso e ricco come il nostro. Invece di fare calcoli complicatissimi sarebbe stato più semplice ed equo permettere alle imprese di accedere a crediti di imposta calcolati sulla base del fatturato perso. Così si sarebbe potuta garantire una riduzione dei costi burocratici dell’intera operazione».

«Per parte mia – continua l’imprenditore – io in questi mesi sto lavorando bene e come al solito continuo a seguire il motto che più si addice ad un’imprenditore italiano: “Aiutati che il ciel t’aiuta”. Ma tanti altri davvero avrebbero bisogno del supporto di un sistema di cui fanno parte e che senza di loro rischia di incepparsi, impoverendo ampie fasce della popolazione. Lo Stato agisca, almeno durante questa emergenza secondo principi di equità e raziocinio, evitando di nascondersi dietro una burocrazia assurda e distruttiva». —



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