Iov, studi sul dna dei tumori per trovare cure più mirate

Le ricerche dell’oncologo  sperimentale Indraccolo  hanno indagato  la mappa genetica del cancro al polmone e del glioblastoma
Borin Castelfranco ospedale reparto IOV istituto oncologico veneto
Borin Castelfranco ospedale reparto IOV istituto oncologico veneto

La mappatura genetica del cancro per mettere a punto cure su misura fa un passo in avanti grazie a due nuovi studi firmati Iov e condotti dall’oncologo sperimentale Stefano Indraccolo (Unità di Immunologia e Diagnostica molecolare oncologica). Il primo studio, pubblicato sul “British Journal of Cancer” riguarda l’individuazione di un determinato marcatore tumorale con l’utilizzo della biopsia liquida, un semplice prelievo del sangue, in pazienti con tumore al polmone. Il test, meno invasivo rispetto alla biopsia tissutale, consente di adattare la terapia personalizzata in tempi rapidi. La ricerca è stata svolta assieme al gruppo di Oncologia Medica 2 diretto dal professor Pierfranco Conte, in stretta collaborazione con la dottoressa Laura Bonanno.

Il secondo studio si concentra sull’analisi genetica di un marcatore nei casi di glioblastoma in recidiva, una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale e più in particolare il cervello. Grazie alla “digital pathology” è stato scoperto un marcatore che indica quali pazienti rispondono meglio a un certo tipo di farmaco ed è stato pubblicato sulla rivista “Clinical Cancer Research”. La ricerca si è svolta nell’ambito del progetto Regoma, un protocollo internazionale che vede come centro ideatore e coordinatore l’Istituto oncologico veneto con Vittorina Zagonel, direttore dell’Oncologia 1 e del dottor Giuseppe Lombardi, responsabile del gruppo multidisciplinare di Neuro-Oncologia. È l’unico studio al mondo che valuta l’efficacia di un nuovo trattamento (regorafenib) sul glioblastoma. Nello stesso studio vengono sviluppati numerosi progetti di ricerca di laboratorio per analizzare e ricercare determinate mutazioni proteiche e genetiche che possano predire l’efficacia di questo trattamento.

«Per una medicina di precisione il profilo genetico del tumore è un elemento essenziale» sottolinea il direttore generale Giorgio Roberti, «due pazienti affetti da uno stesso tipo di tumore, possono rispondere in maniera diversa alla stessa terapia. La ragione di questo diverso comportamento è scritta nel dna. Il genoma del tumore di ogni paziente è unico, ma esiste una serie finita di schemi ricorrenti. Gli studi dei nostri specialisti hanno l’obiettivo di scoprirli». —

E.l.

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