Ispezionata la condotta lunga 2 km sotto il Brenta

Per la prima volta a 50 anni dalla realizzazione dell’opera colossale del canale Medoaco Ha un diametro di 2,7 metri e alimenta la destra del fiume 

Silvia Bergamin/CITTADELLA

Una ispezione straordinaria per la manutenzione di 2 chilometri di condotta sotterranea, con un diametro di 2, 7 metri, che passa sotto il Brenta collegando la sponda sinistra con la destra. Dopo alcuni anni, il Consorzio di Bonifica Brenta è intervenuto su una tubazione dalle dimensioni colossali, realizzata nel 1970. Di cosa si tratta?

Il canale Medoaco parte poco a valle del ponte degli Alpini, in centro a Bassano del Grappa e, dopo un percorso di un paio chilometri raggiunge la località San Lazzaro, dove le acque vengono ripartite tra vari canali e da qui parte la condotta sotterranea che corre parallela al fiume e poi lo sottopassa, emergendo sulla sponda destra dopo circa 2 chilometri, a Marchesane.

Da qui si sviluppa il canale Unico, che alimenta tutta la destra del Brenta. Il problema: la condotta negli ultimi tempi aveva mostrato un comportamento irregolare e quindi si è dovuto intervenire. Una volta predisposto il sistema di bypass, lunedì 16 marzo si è potuta asciugare la condotta e procedere all’ispezione, subito dopo aver recuperato i pesci. L’operazione è avvenuta proprio durante l’emergenza del Coronavirus, ma non era rinviabile. Dall’ispezione, a cui hanno personalmente partecipato sia il presidente del Consorzio Enzo Sonza che il direttore Umberto Niceforo, è emerso che la condotta è ancora in buone condizioni, tranne che in alcuni tratti sul fondo.

«La problematica maggiore», osservano i dirigenti del Consorzio, «è stata trovare in alcune giunture la presenza di radici di alberature, che in taluni casi hanno drasticamente invaso la sezione del tubo». Il Consorzio ha quindi immediatamente provveduto ad eliminare dall’interno le radici e a stuccare i giunti, nonché a svolgere i trattamenti di intonacatura e di chiusura delle venute d’acqua, tramite ditte specializzate. Sono stati anche puliti gli sfiati e si è effettuato un rilievo topografico di precisione, così da poter ricostruire la posizione precisa della tubazione e poter provvedere, in un secondo momento, a eliminare all’esterno la vegetazione infestante. In pochi giorni tutta l’operazione è stata conclusa e si è potuta riimetterci l’acqua sabato 21 marzo.

«Si tratta di un intervento a cui capita poche volte di assistere», spiega Niceforo, «e percorrere quasi due chilometri all’interno di una tubazione, sapendo che si passa sotto il fiume Brenta, al buio e con l’ausilio solo delle torce, fa un certo effetto».

«Abbiamo ereditato grandi opere dai nostri predecessori», aggiunge Sonza, “e questa è tra le più importanti ma anche molto delicata. Su interessamento del sindaco di Rossano Veneto, Morena Martini, e di un gruppo di volontari, ci sono state donate un certo numero di mascherine». ––

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova