La ‘Biliardi Schiavon’ manda a casa gli ultimi dipendenti

PADOVA. La storica azienda “Biliardi Schiavon” fondata nel 1935 da Giuseppe Schiavon in via Cesare Battisti e trasferita, negli anni ’60, a Voltabarozzo in via Piovese, ha effettuato una drastica dieta dimagrante. Dopo una vertenza andata avanti per tutta l’estate la società, oggi nelle mani di papà Renzo e del figlio Fabrizio, a causa del calo delle commesse, dovuto alla crisi mondiale del settore, ha mandato a casa gli ultimi cinque dipendenti ed ha mantenuto nel suo organigramma soltanto i familiari, tra cui Simonetta e Sandra, figlie del fratello di Renzo, Zelindo Schiavon.
Tra l’altro Simonetta, sino a dieci anni fa è stata uno dei personaggi più popolari della città perché ha sempre partecipato con assiduità ai salotti padovani, ad esempio a quelli che organizzava la stilista di alta moda Rosy Garbo, dove erano di casa anche Katia Ricciarelli, Giancarlo Galan e signora Sandra ed è stata anche ospite in numerose trasmissioni di Mediaset.
La sindacalista che sta conducendo la vertenza con l’azienda è Rosanna Tosato, della Fillea-Cgil. «Noi del sindacato abbiamo aspettato tutta l’estate in attesa della risoluzione che i fratelli Schiavon avevano in famiglia» spiega la sindacalista. «Sembrava che la società restasse saldamente nelle mani di Zelindo. Invece, tra luglio ed agosto, l’azienda è stata affidata, definitivamente, al fratello Renzo ed ai suoi figli. A sorpresa, poi, sono arrivate le lettere di licenziamento per tutti i dipendenti eccetto, naturalmente, i familiari. A questo punto saremo irremovibili per far rientrare i licenziamenti anche a costo d’intraprendere una vertenza durissima attraverso lo studio legale dell’avvocato Giancarlo Moro».
E Tosatto va oltre: «Siamo preoccupati anche perché, senza più dipendenti diretti, la Biliardi Schiavon rischia di chiudere i battenti per sempre oppure di diventare un’azienda meramente commerciale senza avere più al suo interno la storica falegnameria che, per decenni, ha tenuto alto nel mondo l’immagine di Padova e del nordest».
Felice Paduano
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