«La carne arriva dalla Germania e i magazzini sono in Veneto»
«Tutto il kebab si fa in Germania, non esistono ditte italiane che lo producono». Samer Gharazeddine, titolare della “Pizzeria sotto casa” di via Buonarroti, all’Arcella, che propone sia pizza che kebab, comincia così a precisare l’origine dei prodotti che vende. «Sono carni di ottima qualità, di tacchino e manzo, più prelibate rispetto alla classica accoppiata tacchino e pollo. Provengono da città tedesche e vengono in seguito stoccate in magazzini italiani, gestiti da turchi. Io ad esempio mi rifornisco a Verona. Alla carne vengono poi aggiunte verdure nostrane, comprate qua, e pane simile a quello della piadina. Ed ecco il famoso kebab». Un cibo che avrebbe conquistato il palato dei padovani da diverso tempo. «Io faccio sia pizze che kebab e ne vendo in egual numero. Sono tantissime le persone che al posto della tradizionale pizza preferiscono il kebab, tra loro molti anziani che hanno voluto provare per curiosità e che ora non ne sanno più fare a meno», continua Samer, che a Padova vive ormai da vent’anni. «Mi dispiacerebbe dover rinunciare a fare il kebab. Questa è cultura del cibo e non è giusto che per due delinquenti ci rimettano anche lavoratori onesti che pagano le tasse e che gestiscono seriamente la propria attività. Ma soprattutto non vorrei che questa diventasse più che altro una questione politica». Un’altra rivendita di kebab frequentata soprattutto da padovani è quella di piazza delle Erbe. Era finita nell’occhio del ciclone qualche mese fa, dopo aver vinto il ricorso al Tar contro l’ordinanza che la obbligava alla chiusura anticipata. Da tre settimane ha cambiato gestione. Adesso non si fanno più kebab ma pita gyros, che poi è un po’ la stessa cosa. «Volevamo differenziarci e adesso abbiamo anche intenzione di rinnovare il locale», spiega Edmon Laci, che forse dietro alla scelta di buttarsi sui pita gyros nasconde la paura della stretta delle ordinanze anti-kebab. E infatti adesso il negozio per asporto si chiama “Pita gyros da Andrea”, dove Andrea è il nome del figlio. Ha pochi stranieri fra i clienti anche l’Istanbul kebab di via Falloppio, aperto dal 2006. «Questo è il regno degli universitari», dice il suo titolare, Ahmet Piskin, d’origine curda. «Mangiano bene non spendendo troppo e sono contenti. Peccato dover chiudere alle 23, potremmo continuare a lavorare molto bene anche più tardi».(a.f.)
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