La Cementeria scrive a tutti i monselicensi «Ecco cosa facciamo»

MONSELICE. «Conosciamoci meglio». Comincia così la lettera che in questi giorni i cittadini di Monselice stanno trovando nella loro cassetta della posta. La missiva arriva dalla Cementeria di Monselice del gruppo Buzzi Unicem, ed è firmata dal direttore di stabilimento Maurizio Schininà e dal direttore di Cemento Italia Antonio Buzzi. Si propone di presentare ai singoli cittadini monselicensi la società che, nel 2017, ha acquisito la Cementeria. «La nostra società, rappresentata spesso come “multinazionale”, attribuendo a questo termine un’accezione negativa, è per noi invece – abituati a confrontarci con normative e scenari molto differenti fra loro – una realtà multiregionale» si legge nel documento, che esalta in particolare la asserita capacità del gruppo Buzzi Unicem di valorizzare il territorio in cui la società s’insedia, di esaltare le professionalità della zona, di aprirsi all’ascolto e al confronto: «Non potrebbe essere diversamente, anche per il fatto che il nostro mestiere richiede ingenti investimenti, stabilità nel tempo e dunque un orizzonte operativo di decenni, spingendoci così a costruire relazioni durature e solide con i territori in cui operiamo». Schininà e Buzzi auspicano dunque «una reciproca conoscenza», tanto da allegare alla lettera del materiale informativo su gruppo e cementificio e da ribadire l’apertura dello stabilimento a visite dedicate ad ogni cittadino.
L’operazione “trasparenza” del cementificio fa storcere il naso al movimento civico “Cambiamo Aria”, che attraverso Francesco Miazzi sottolinea: «In qualche famiglia stanno arrivando anche 4-5 buste, a seconda del numero di maggiorenni. Il tono è amichevole e paternalista, come si addice a un’azienda che fa del marketing e della comunicazione uno degli strumenti principali per insinuarsi nei territori. Come scrivono, è “il primo di una serie di approfondimenti” trasmessi ai cittadini, strumenti che fanno parte del bombardamento mediatico ormai ampiamente utilizzato dai cementieri per imporre le loro attività insalubri». Il gruppo promette una risposta condivisa, «volta a tenere desta l’attenzione della popolazione sui veri nodi del problema, a partire dall’inquinamento da diossine e Pcb già riscontrato nei dintorni dell’impianto industriale».
Nicola Cesaro
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